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Cremona-Piacenza persa nel nulla E' così che si promuove l'uso del treno?

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

11 Giugno 2014 - 09:28

Cremona-Piacenza persa nel nulla E' così che si promuove l'uso del treno?

E' letteralmente svanita nel nulla la bella linea ferroviaria Cremona-Piacenza (e viceversa). Già da anni , da quando in Lombardia era stata creata ‘Trenord’ quale vettore regionale di ‘Trenitalia’ , la linea aveva subito un drastico taglio: per problemi organizzativi e fiscali mai ben delucidati, la maggior parte dei treni fu soppressa e sostituita da servizi con pullman. Allora almeno avevano lasciato due coppie di treni di prima mattina in entrambi le direzioni.
L’ultimo cambio d’orario in dicembre ha fatto scomparire anche queste piccole ancore di salvezza; ormai siamo costretti – a meno di usare la macchina – a fare il viaggio avanti e indietro solamente in pullman. Quando anni fa, davanti alla soppressione dal punto in bianco della maggior parte dei treni in una delle due stazioni principali esternavo il mio stupore , mi si rispose che tale cambiamento in realtà rappresentava un miglioramento , in quanto «ora c’è un collegamento ogni ora». Ora tutta la linea è ‘saltata’, bel commento alla promozione del trasporto su rotaia tanto invocata quanto spesso — non sempre — disattesa. Non sempre : l’avvento di ‘Trenord’ su molte linee ha, in effetti , prodotto notevoli miglioramenti, spesso consentendo migliori servizi cadenzati, rimediando pure a pesanti scompensi di orari o tra giorni feriali e festiv ; benefica per esempio la ‘riscoperta’ dei treni tra Stradella e Pavia (addirittura fino a Milano) la domenica. In questo quadro assai positivo de ll ’avvento di Trenord il caso della Cremona - Piacenza costituisce però una brutta eccezione, da fare a pugni con il non solo dichiarato , ma manifesto impegno della stessa società ferroviaria, ossia di promuovere l’uso del treno.
(...)
Certo che ora i pullman fanno la spola ogni ora, però mettono un’ora per il tragitto che il treno percorre in trenta minuti, né il pullman può competere con il treno in termini di comfort; sul treno potevi anche guardare quanto rimasto del paesaggio tra Piacenza e Cremona, né eri esposto alla radio ad alto volume con i quali alcuni conducenti — per fortuna non tutti — credono di ‘intrattenere’ i viaggiatori. Va dato atto agli autisti che essi assicurano il servizio con diligenza e puntualità, ma le ragioni per rimpiangere il treno sono molte (...)
Giorgio Duhr
(Piacenza)

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