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Ciclisti sempre a rischio Mancano piste ciclabili

Betty Faustinelli

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

07 Ottobre 2013 - 10:28

Ciclisti sempre a rischio Mancano piste ciclabili
Oggi mi è capitato di soccorrere un ciclista investito all’angolo tra via Brescia e via Persico. Forse non tutti sanno che in questi mesi via Persico è chiusa per i lavori del tanto sospirato sottopassaggio. Peccato che nessuno in decenni in cui tutti aspettavano il sottopassaggio che liberasse la città da almeno una parte della cintura di passaggi a livello, abbia pensato a come sistemare il traffico nei mesi di lavori (e speriamo non diventino anni come capita spesso). Risultato: via Brescia è un’autostrada. Bel risultato per una città che già è al terzo posto tra le città più inquinate d’Italia. E Cremona non è esattamente una metropoli. L’unico preambolo a questi lavori è stata una deforestazione degli alberi sia di via Brescia che di via Persico, di cui non ho ancora capito la logica.Mi è capitato di leggere diversi articoli in cui i ciclisti venivano messi sotto accusa per i rischi arrecati ai pedoni. Benissimo. Esistono le strade per le macchine, i marciapiedi per i pedoni, e per le biciclette? Nel resto d’Europa ci sono sistemi innovativi, che chiamano piste ciclabili (a dire il vero per uscire da Cremona le piste ciclabili ci sono, e anche belle; uno però deve riuscire ad arrivarci, prendendosi tutti i rischi del caso).
A Cremona invece? E’ stato ripiastrellato mezzo centro città, e per le biciclette? L’unico accenno alle bici è stato quell’assurdo senso unico obbligato anche per le biciclette in corso Matteotti. Perchè? Perchè così c’era posto per i parcheggi, dato che l’enorme parcheggio in via Mantova (a 200 metri da corso Matteotti) evidentemente era troppo lontano dal centro. Stessa sorte è toccata a via Dante: due corsie liberate per il super necessario senso unico di via Dante e viale Trento e Trieste, di cui ancora non sono terminati i lavori.
Ma le due corsie rimaste inutilizzate in via Dante si è pensate che fosse più utile adibirle a parcheggio selvaggio (visto che il parcheggio della stazione evidentemente è troppo piccolo) piuttosto che pensare ad una pista ciclabile che conducesse al polo di scuole di via Palestro. Certo che se qualcuno per caso volesse avventurarsi ad usare i mezzi pubblici rischierebbe di rientrare a casa direttamente il giorno dopo, ma a questo Cremona? Abituata da sempre. Rivolgo solo un invito al Comune: invece di continuare a rifare rotonde, pensiamo veramente alla sicurezza: meno macchine e più piste ciclabili, e forse anche qualche semaforo in più.
lupi.fiorenzo@libero.it
(Cremona)

I ciclisti, è vero, sono l’ultima ruota del carro. Si pensa giustamente alle automobili, ai parcheggi, ai pedoni ma spesso ci si dimentica di chi usa la bicicletta. E’ quasi un paradosso ma è vero: le piste ciclabili migliori e più sicure sono quelle in periferia, all’uscita della città. In città il discorso è diverso e condivido l’appello all’amministrazione affinchè indirizzi sforzi e risorse in tal senso.
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