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La storia di Ronnie Fields in un documentario

Si chiama Bounce Back e narra la storia del miglior giocatore di liceo di tutti gli Stati Uniti, mai arrivato in Nba

Michele Talamazzi

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talamazzi@gmail.com

06 Agosto 2013 - 16:23

La storia di Ronnie Fields in un documentario

Ronnie Fields

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E' uscito di recente “Bounce Back” (www.ronniefieldsbounceback.com), il documentario che narra la storia di Ronnie Fields, uno dei migliori giocatori liceali di basket degli anni '90, ma mai arrivato nell'Nba. A metà degli anni '90, Ronnie Fields era il miglior giocatore di liceo di tutti gli Stati Uniti insieme a Kobe Bryant.

Sì, quel Kobe Bryant.

Kevin Garnett s'era trasferito alla Farragut HS di Chicago per giocare con lui. Fields aveva uno stacco da terra di 120 cm, ed un seguito mediatico dal comune per un ragazzino di 17 anni. Era una sorta di LeBron James, anni prima di LeBron James. Il che non significa che sarebbe diventato ciò che oggi è la stella degli Heat. 

Contrariamente a tante altre storie struggenti, nella sua non ci sono ne droga ne cattive compagnie. Ma degli errori, tre passaggi veloci della sua vita, che ne hanno compromesso una carriera su cui è rimasta in buona parte un'aura di mistero.

Due giorni prima di diventare 19enne, Fields in circostanze poco chiare si schiantò in macchina spezzandosi il collo. Si salverà dalla paralisi e tornerà a giocare, recuperando quasi completamente. In estate fallisce però il test d'ammissione per la DePaul University. Poco tempo dopo, gli piomba in testa l'accusa più infamante, quella di violenza sessuale. In queste vicende, c'è l'ombra del suo mentore, Ron Eskridge, cui sono intestate la macchina dell'incidente e la casa dove avviene la presunta violenza. 

Fields vorrebbe andare a processo, l'avvocato gli consiglia di patteggiare per poter andare in Europa a giocare da professionista. Lo farà, in Grecia, senza troppa fortuna, concedendosi anche un provino con l'allora Mash Verona. Fosse stato ammesso a DePaul, dice, sarebbe andato avanti per provare la sua innocenza. La sua carriera si evolverà nelle leghe minori: quando è in Cba e segna 20 punti a partita, sembra il momento buono. Ma la chiamata dall'Nba non arriverà mai. 

“L'aspetto migliore della sua storia è proprio il fatto che non sia riuscito ad andare in Nba” dice nel documentario Scoop Jackson, noto giornalista afroamericano. Così, rimane la storia di un ragazzo di talento che ha pagato i suoi errori.

“Il messaggio che lascia - aggiunge Clyde Travis, giornalista del Chicago Sun Times – è che nulla è garantito. Nessuno può esser meglio di ciò che lui era a 17 anni, e se è successo a lui può succedere a chiunque”. Fields oggi cerca di trasmetterlo ai ragazzi di Chicago. “Prima o poi nella vita capita qualcosa che ti manderà a terrà. La differenza sta nel rialzarsi”.

Lui ce l'ha fatta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA DI TESTI E FOTO

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