L'ANALISI
JUKEBOX GRIGIOROSSO
21 Aprile 2024 - 15:17
CREMONA - Essere giovani ha i suoi vantaggi. Oltre a quelli più evidenti, tipo avere ancora tutti i capelli tutti i denti e tutti i venerdì, ce ne sono anche altri. Per esempio, quello di non conoscere le vecchie canzoni. Come quella che ho gettonato questa volta, in cui i vecchi gloriosi Dik Dik cantavano che quando si alza il vento non c’è niente da fare, tocca lasciarsi trascinare dai capricci del destino. Per loro fortuna alla Cremo sono tutti troppo giovani per saperlo, e infatti in un pomeriggio pieno di vento e di insidie non si sono arresi al momento negativo che attraversavano, non si sono lasciati andare.
E hanno giocato una partita di spessore, che se non rimedia agli errori che hanno compromesso la corsa al secondo posto ferma l’emorragia di punti di posizioni e di fiducia, respinge l’assalto del Catanzaro al quarto posto e rimette la prua grigiorossa sulla rotta giusta. Certo, è stata la giornata che come del resto era prevedibile ha tolto dai radar grigiorossi il secondo posto del Como; e ha allontanato anche il terzo posto del Venezia che è passato non senza fatica a Lecco.
Ma è anche la giornata che ci ha restituito una Cremo sul pezzo, che al Ceravolo ha rischiato dall’inizio – quando Saro ha salvato su Vandeputte - al novantesimo quando Stoppa è incredibilmente riuscito a non dare un grosso dispiacere al quasi omonimo tecnico grigiorosso. Ma ha saputo soffrire e anche costruire, incassare e anche colpire. La partita è stata fragorosa e caricata a salve come una sparatoria dei film western.
La Cremo l’ha avuta in mano nella prima metà del secondo tempo, quando stranamente il Catanzaro ha faticato ad adattarsi al vento a favore, mentre Castagnetti come un vecchio lupo di mare ha manovrato le vele grigiorosse in modo da filare controvento. Il Casta ha giocato col vento prima per prendere la traversa, poi su angolo per mettere la palla del match sulla testa di Tsadjout, che Fulignati ha anticipato rischiando l’osso del collo. Poi nel finale c’è stato di nuovo da soffrire, Antov ha messo un paio di pezze, la seconda per rimediare a uno scivolone di Locho e a un proprio errore. Al novantesimo, come detto, lo spavento più grosso, ma si esce dal Ceravolo con qualche illusione in meno e qualche certezza in più.
Certo, per essere uno zero a zero c’è stata dentro un sacco di roba, ma così ben assortita che alla fine nessuno dei due allenatori ha avuto troppo da lamentarsi del risultato. Rasserenato il quadro generale, ora rimane una carta da giocare, quella di venerdì a Sant’Elena. Vincendo col Venezia si riaprirebbe la corsa al terzo posto, che magari sembra un premio di consolazione, ma oltre a far bene all’autostima potrebbe diventare importante il due giugno. Si dice che il diavolo sta nei dettagli. Ma a volte nei dettagli c’è anche la differenza fra prendere l’ultima corsa per la serie A e restare a piedi. Non ci sarà Johnsen, che si è beccato un giallo che lo terrà ai margini della partita. Ma ci sarà di nuovo la Cremo che avevamo perso di vista, è questa la notizia che il vento porta da Catanzaro a Venezia.
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