L'ANALISI
JUKEBOX GRIGIOROSSO. IL VIDEO
26 Novembre 2023 - 14:53
CREMONA - Il gettone nel jukebox grigiorosso stavolta lo infilo per Giorgio Gaber e la sua Far finta di essere sani. E per due motivi. Il primo è ovvio, la prestazione della squadra. Quarta vittoria di fila, terza partita senza prendere gol, insomma si direbbe che i grigiorossi scoppino di salute. Ma chi ha visto la partita non ha trovato la stessa Cremo che aveva piallato Spezia e Brescia. O meglio l’ha vista per venti minuti, fino al gol del Casta.
Poi la squadra si è un po’ persa, prima forse fin troppo sicura della propria superiorità sul Lecco; poi di sicuro smarrita quando i blucelesti hanno incominciato a incalzarla mettendola alle strette.
Presunzione e insicurezza sono una miscela pericolosa. Idee improvvisamente annebbiate, errori tecnici e sbandamenti tattici hanno creato qualche malessere che la Cremo ha faticato a nascondere. Ma la B è un campionato da formiche, non da cicale. E’ fondamentale portare a casa il macinato anche quando le cose non girano come al solito, anche quando non si scoppia di salute bisogna essere bravi a far finta di essere sani. La Cremo ci è riuscita, ed è questo che viene messo a verbale. Aspettando, si capisce, giornate di vena migliore.
Ma la scelta della canzone di Gaber ha anche un secondo riferimento, ed è tutto per Castagnetti. Che di questa vittoria sarebbe il primo firmatario anche se il gol lo avesse fatto un altro. Perché Michele è stato l’unico, o quasi, a non perdere mai la testa nel caos tattico in cui il Lecco era riuscito a tuffare la partita. Peccato che il suo esempio sia stato meno contagioso del solito. Ma anche così la partita del Casta mi ha fatto venire in mente un giocatore del passato. Che si chiamava guarda caso Sani, Dino Sani. Brasiliano, Sani è stato il cervello (lo chiamavano proprio così, il cervello) del Milan di Rocco campione d’Europa a Wembley nel Sessantatré. Era il classico uomo squadra, il metronomo dell’orchestra rossonera. Quello che il Casta è sempre di più per la Cremo di Stroppa, e lo si vede anche quando la squadra non riesce a seguirlo. Lui c’è, anche quando i compagni gli fanno patire una solitudine da guardiano del faro. Gli altri magari sbandano, lui è sempre al suo posto, pronto a dettare calcio, a chiudere e rilanciare, a far girare la squadra, insomma a far finta di essere Sani. Con la S maiuscola.
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