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Cremo, a tirarti fuori dai guai ci ha dovuto pensare 'Luke' Zanimacchia

Non darci degli incontentabili se facciamo le pulci a una vittoria di importanza galattica. In fondo stai combattendo una guerra stellare, cosa c’è di strano se ti chiediamo la luna

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

10 Marzo 2024 - 10:46

CREMONA - Non so se Luca Zanimacchia sia un fan di Guerre Stellari, ma nel caso sabato deve essersi sentito un po’ Luke Skywalker, quando ha deciso il duello con il Como con quella sciabolata degna della spada laser del giovane aspirante Jedi.

Correva il minuto ottantotto, la Cremo si era fatta riprendere da un avversario in dieci quasi dall’inizio, stava finalmente mettendo alle strette la tignosa concorrenza ma Pickel non aveva trovato la porta Antov aveva trovato il portiere, e si ingrossava a vista d’occhio il rischio che finisse pari come speravano a Venezia. Franco Vazquez ha aperto a destra per Zanimacchia. Fosse stato un tocco perfetto magari Luca ci avrebbe pasticciato come era successo con certi altri, ma stavolta gli mancava un giro, un unico piccolo giro che però ha messo fretta a Luca anche perché arrivava uno sgherro nemico, così stavolta Luca non si è potuto permettere il lusso di pensarci, ha sparato e ha fatto centro. Fosse stato al Luna Park avrebbe vinto un peluche di Ciubecca a grandezza naturale. Così invece il premio è stato far volare lo Zini alla settima galassia, per un momento così era valsa la pena sorbirsi una partita contorta come la mente dei personaggi di un film di Bergman.

Fin lì di stellare c’era stata solo la quota di classifica, e le stelle le aveva viste solo Franco Vazquez quando Strefezza aveva sbagliato film trasformandosi in Karate Kid. Il piccolo karateka è stato spedito a cercarsi il film giusto, dopo meno di un quarto d’ora la partita normale era già finita e ne incominciava un’altra, tutta da inventare.

Fabregas aveva già dovuto lasciare a casa Cutrone con la febbre, e se mi sente dire che il rosso a Strefezza ha incasinato la Cremo rischio che mi cava gli occhi e ci gioca a biglie. Però la Cremo aveva incominciato di buzzo buono, con le idee del Casta e le scosse di Falletti. E invece con il Como in dieci accartocciato nella trequarti, con gli spazi di manovra azzerati, e senza Johnsen che a tradimento si è messo in ferie per tutto il mese, di praticabile restavano solo le fasce. Dove per sua fortuna è messa bene, e infatti sorprende che abbia fatto tanta fatica a produrre qualche goccia di gioco.

Sernicola non sfruttava fino in fondo la libertà che gli aveva regalato l’espulsione dell’avversario diretto, Zani si avvitava in soluzioni improbabili, Stroppa ha provato a scambiarli di fascia e un cross di Luca da mancina ha spaventato così tanto Odenthal da fargli dare una sberla al pallone.

Il rigore infilato da Coda è stato l’unico tiro in porta del primo tempo, per vederne un altro si è dovuto aspettare la metà del secondo, e ne avremmo fatto a meno perché è stata la punizione del pareggio del Como, con Jungdal che si è fatto infilare dal tiro prevedibile di Da Cunha. Il pericolo ha finalmente scosso la Cremo, ma a tirarla fuori dai guai ci ha dovuto pensare Luke Zanimacchia, quando si è ricordato di avere ancora da qualche parte la spada laser.

Dai Cremo, non darci degli incontentabili se facciamo le pulci a una vittoria di importanza galattica. In fondo stai combattendo una guerra stellare, cosa c’è di strano se ti chiediamo la luna.

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