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'Infinito', l'amore di figlia sposta i grattacieli

Ironico melodramma metropolitano autobiografico nella crudele New York. Pellegrini, legale trapiantato negli Usa, ci fa dire: «Comunque, viva l’Italia»

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

19 Aprile 2023 - 05:25

CREMONA - Viva l’Italia, si potrebbe dire rubando il titolo di una canzone di Francesco De Gregori, «l’Italia che si dispera e si innamora, l’Italia che non muore, che non ha paura». Viene da dirlo dopo aver letto ‘Infinito’ di Enrico Pellegrini, avvocato torinese trapiantato a New York, vincitore nel 2016 del Premio Selezione Campiello, che parla del suo nuovo romanzo nella videointervista con Paolo Gualandris per la rubrica ‘Tre minuti un libro’ online da oggi suol sito www.laprovinciacr.it.

Viva l’Italia perché, pur essendo ambientato a New York, è una storia che ti fa passare la voglia di America e aumenta l’orgoglio di essere nati e cresciuti nel Belpaese, anche se - sempre citando De Gregori - è «l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre, l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste», ma è pur sempre «l’Italia che resiste». Lo si capisce bene fin da titolo ed esergo («E il naufragar m’è dolce in questo mare»)

«È un riallacciarsi alle origini - spiega l’autore -, mi fa sentire più vicino a casa: il romanzo è ambientato a New York ed è un melodramma metropolitano, una fiaba del terzo millennio. Mi riallaccio così alla forte identità nazionale che tutti noi espatriati qui abbiamo». Racconta di un clima umano decisamente fuori dalle nostre corde, con avvocati divorzisti che di divertono a fare scoppiare le coppie e brindano al record di separazioni brutalmente litigiose causate. Maledetta America, verrebbe da dire. Non a caso, il protagonista  è Chris Alexander, un giovane attore di origine italiana, la nuova promessa di Hollywood, ma il suo presente e passato sono tutt’altro che gloriosi. Nel bel mezzo di un divorzio da copertina, deve affrontare le prove più incredibili per riuscire a vedere Penelope, la sua bambina di tre anni.

Attraverso dei flashback si scopre l’infanzia di Chris, bambino attore nella New York brutale degli anni ’80. È allevato dal papà, aspirante attore fallito che per arrivare a fine mese è costretto a fare cinema a luci rosse. Ma è un grande padre, il cui fallimento ispirerà il riscatto del figlio. Schiacciato dal peso del presente e dal passato, Chris sembra incapace di reagire fino a quando, una sera in un caffè, sente Paloma cantare. La ragazza è una giovane cantante, con una voce meravigliosa. Si è ribellata al suo destino (ex studente di giurisprudenza) e tenta di inseguire un sogno (cantare a Carnegie Hall) e i genitori le hanno tagliato i fondi.

Per riuscire a pagare l’affitto di un monolocale nel Queens, fa la modella a tempo perso per uno scultore cileno, più squattrinato di lei. Le possibilità di amore tra i due si complicano ancora di più quando Chris scopre che Paloma è fidanzata con il più temuto avvocato divorzista degli Stati Uniti, che è anche il legale della sua ex-moglie. Sarà la piccola Penelope, con il sacrificio più grande, a ricongiungere i protagonisti di questa epopea moderna. 

«Questa storia è vera, non l’ho inventata io, contiene molti elementi autobiografici. E uno di questi è la grande litigiosità che contraddistingue un Paese  come gli Stati Uniti e in particolare New York. Però, essendo un tema molto forte con accenti anche drammatici, tengo sempre a dare un taglio comico, ma soprattutto di speranza». Si potrebbe dire omnia vincit amor «nel senso che il protagonista, con l’aiuto di questa bambina riesce a cambiare le leggi dello Stato di New York sull’affido dei figli. E questo è una bellissima fiaba, perché tutti noi dobbiamo credere che possiamo cambiare la realtà». Magari con la forza degli occhi di una bambina, «una creatura infinitamente piccola che riesce a far muovere i grattacieli».

L’avvocato Pellegrini non è affatto tenero con la propria categoria di appartenenza: «Non è una critica verso i legali italiani, ma nei confronti di quelli americani. Mi è capitato, proprio come accade nella storia, di trovarmi dall’altra parte, quindi ho potuto sperimentare la brutalità del sistema: tanto i giudici sono sofisticati, tanto il sistema è brutale». L’intidoto? Restare italiani dentro. Pellegrini ammette di aver cercato di riprendere il rapporto che ha con i suoi figli, con i quali parlo solo italiano proprio per cercare di trasmettere l’italianità. Che, per l’attore Chris, significa rinunciare al sogno della vita, un colossal con una grande regista, per stare accanto alla figlia. «Però non si sa mai, perché dagli atti di amore estremo nascono cose ancora più belle».

In questo quadro si inserisce Paloma, la cantante ribelle, figlia di buona famiglia che rinuncia ad agi e certezze per inseguire il suo sogno, anche se questo significa ritrovarsi una sera la porta di casa sbarrata perché in ritardo con l’affitto (anche questa è l’America). «La storia dice che lei è più brava ad aiutare gli altri che se stessa. Ma lei pensa che il fare del bene a un certo punto il bene ti torna indietro. E in qualche modo si sottrae a questa logica dei cattivi, quella tipicamente newyorchese dei rapporti di forza. E infatti riesce a uscirne bene». Insomma, per chiudere il cerchio, «l’America è in Italia».

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