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Francesca Delogu: «Come suono la sinfonia della vita»

Effervescente saggio autobiografico della ex direttrice di Cosmpolitan. Pianoforte, basso elettrico e tromba i tre strumenti-guida per l’auto analisi

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

22 Febbraio 2023 - 05:25

CREMONA - Nella sinfonia della vita e delle professioni, sono tre gli strumenti essenziali per capire chi si è, dove si vuole andare e come farlo: «Il pianoforte, supremo e impossibile anelito alla perfezione; il basso, maestro nell’arte della leadership condivisa; la tromba che ti fa amare anche il tuo lato perdente». Parola di Francesca Delogu, musicista per piacere e giornalista per mestiere, per otto anni direttrice di Cosmopolitan, la Bibbia laica del fashion. Il suo libro, a metà tra biografia e saggio (ma non aspettatevi la ‘solita’ pesantezza: è allegro, ironico e scanzonato) ha l’accattivante titolo ‘Il mio analista è un basso elettrico’. Ne parla con Paolo Gualandris nella videointervista ‘Tre minuti un libro’ online da oggi sul sito www.laprovinciacr.it.

«Questi tre strumenti - assicura - mi hanno aiutata a dividere le situazioni della vita, il caos quotidiano, in tre grandi griglie di lettura della complessità: niente come uno strumento musicale può essere considerato un maestro ribelle». Un libro dedicato agli imperfetti, «a partire da me, perché la musica mi aiuta a integrare le imperfezioni nelle situazioni della vita e di lavoro, a comprendere quanto l’errore possa diventare una grande piattaforma creativa».

Francesca Delogu con un basso elettrico

In questo senso il pianoforte, che Delogu ha iniziato a suonare ancor prima di imparare a leggere, rappresenta le situazioni in cui capiamo che c’è qualcosa di più grande di noi e «in cui sentiamo che siamo al di sotto di quello che stiamo facendo: è lo strumento perfetto che rappresenta per chi lo suona l’incompiuta ambizione alla compiutezza. Situazione che si verifica molto spesso. La sfida è riuscire a sentirci a posto anche davanti a uno strumento senza difetti». In conclusione, per citare il libro, «il perfezionismo è un difetto assolutamente perdonabile, ma resta pur sempre un difetto».

Suonare il basso elettrico, strumento che Francesca ha iniziato a frequentare in età adulta, è invece una «lezione di leadership invisibile: resti nelle retrovie, però sai di essere carismatico in quanto il tuo ruolo è decisivo non solo per mantenere il ritmo e la melodia, ma anche la visione di insieme». È il classico strumento del team, senza una band il bassista è come se non esistesse. Non a caso Saturnino, bassista tra gli altri di Jovanotti e produttore musicale, lo definisce «il team player», che si toglie la giacca da direttore e sa suonare con gli altri.

Infine c’è la tromba, che Delogu ha scoperto durante la pandemia. «Era un momento difficile, che ho comunque voluto collegare a qualcosa di bello - ricorda- . Più che uno strumento è un grande mistero. Prendendo lezioni, mi sono resa conto che essa ha molte analogie con le cose della vita. Ti insegna innanzitutto ad apprezzare l’attesa. Non puoi avere fretta di suonarla. Ti manda un messaggio chiaro e forte, è un simbolo dell’approccio slow non solo all’apprendimento, ma anche alla vita. E poi ti fa apprezzare il silenzio tra le note, che significa imparare a mettere delle pause anche nella quotidianità. Per trovare la nostra voce dobbiamo riuscire ad ascoltare, a ‘emettere’ anche dei silenzi».

«E ti insegna ad avere una visione. Il primo libro che il maestro di tromba mi ha chiesto di leggere non era di musica ma ‘Lo zen e l’arte del tiro con l’arco’... non capivo, ma a lettura ultimata mi sono resa conto che suonare una tromba è come scagliare una freccia: devi avere ben chiaro e preciso l’obiettivo. Esattamente come nella vita è indispensabile sapere dove stai andando. Non pensare troppo alla singola nota che stai suonando e, fuor di metafora, al momento che stai vivendo, ma ad andare avanti godendoti la musica. Il che è bello anche in qualsiasi percorso di vita».

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