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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

«Russi come un trombone e trattieni il respiro»: l’allarme del partner può salvare la vita

Le apnee ostruttive del sonno spesso restano invisibili finché non provocano conseguenze gravi. L’intervento del pneumologo Matteo Maestrelli e il ruolo della CPAP nella prevenzione di gravi complicanze

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

06 Aprile 2025 - 05:30

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Matteo Maestrelli, pneumologo della UO di Pneumologia dell’ospedale Maggiore di Cremona.

Secondo i dati a disposizione, qual è l'incidenza dei disturbi respiratori del sonno? È una patologia rara?
«La patologia ostruttiva del sonno è molto diffusa, con un’incidenza annua di nuovi casi del 2-4%. Colpisce più frequentemente gli uomini e le persone in sovrappeso o obese. Si stima che nel mondo circa 450 milioni di persone necessitino di trattamento per questa condizione».

Quali sono i sintomi e i fattori di rischio della sindrome delle apnee ostruttive del sonno?
«I pazienti spesso giungono all’attenzione medica perché russano o smettono di respirare durante la notte, fenomeno notato dal partner. Altri sintomi includono eccessiva stanchezza, sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione e colpi di sonno alla guida. Questa condizione è un fattore di rischio per ipertensione, infarti e ictus».

Quando viene trattata e in cosa consiste il trattamento?
«Si interviene quando l’indice di apnea-ipopnea supera i 30 episodi l’ora, o sopra i 15 in presenza di altre patologie. Il trattamento principale è la CPAP, un dispositivo che fornisce pressione positiva continua per mantenere aperte le alte vie aeree. Il paziente viene seguito in ambulatorio per adattare la terapia alle sue necessità».

Come si accede all’ambulatorio per le patologie ostruttive del sonno della Asst di Cremona?
«I pazienti vengono inviati dal medico di base o da specialisti come cardiologi, otorinolaringoiatri e neurologi. L’accesso avviene con un’impegnativa di polisonnogramma o visita pneumologica. Dopo l’esame, si decide il percorso terapeutico e si procede con l’adattamento alla CPAP, con possibile monitoraggio anche a distanza tramite telemedicina».

Quali sono i rischi senza trattamento?
«I principali rischi sono colpi di sonno alla guida, ridotta qualità di vita e difficoltà di concentrazione. Inoltre, aumenta il rischio cardiovascolare, con una maggiore probabilità di infarti, ictus e ipertensione non controllata. Se ben eseguito, il trattamento con CPAP riduce questi rischi, riportandoli ai livelli normali per età e condizioni generali del paziente».

La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia  e sul suo canale YouTube.

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