L'ANALISI
17 Gennaio 2024 - 05:25
CREMONA - «Ricusare la perizia. Nominare un altro perito a causa delle rilevanti omissioni nella trascrizione delle intercettazioni. Tutti, parti civili e difese si associarono. Il presidente licenziò Laura». Laura Viviani è un perito trascrittore, ha ascoltato e trascritto molte pagine di intercettazioni, telefoniche e ambientali e ora, durante l’udienza dibattimentale a conferma della sua perizia in un processo dalla notevole risonanza mediatica, si trova di fronte a una sorpresa. E quello che doveva trattarsi di un esame di routine si trasforma in un incubo a causa di un ufficiale di polizia giudiziaria infedele e di un militare sedotto e corrotto. Tutto sembra architettato contro di lei in una vicenda dai risvolti inquietanti.
Per risolvere questo enigma che la ferisce personalmente e che annienta la sua credibilità professionale, avrà bisogno di tutto il suo coraggio, un po’ di fortuna e dell’immancabile aiuto di Carlo Soldani.
Come Laura, anche l’autrice, nom de plume Ela Bi, è perito trascrittore e ha svolto la sua attività in ambito forense a Firenze. Nel suo romanzo 'Il cielo sopra i cristalli' svela un mondo sconosciuto ai più e racconta una storia che non le è accaduta, ma che poteva succederle.
Ne parla nella videointervista ‘Tre minuti un libro’ online da oggi sul sito e sul canale You Tube. Un lavoro non facile: «Anche se si sentiva a proprio agio in quello spazio ormai consueto, trascorreva intere giornate seduta alla scrivania, gli occhi sul computer, le cuffie agli orecchi, la necessaria totale assenza di rumori per non sovrapporli alle voci di chi doveva ascoltare».
Ela Bi spiega quanto di lei c’è nel romanzo: «Essenzialmente le conoscenze in materia che condivido con la protagonista. Per il resto è una storia di pura fantasia».
Lei scrive «l’uso della punteggiatura per quanto preciso non può partecipare la grande emozione della vita»: significa che il lavoro consiste anche nell'interpretare i sentimenti di chi è ascoltato e registrato? «No, assolutamente. Possono capitare casi in cui viene fatta un’esplicita domanda sulla voce ascoltata, su quello che può rivelare, ma non è di competenza del perito trascrittore o del fonico dei riconoscimenti vocali interpretarla nella sua emotività».
A Laura succede qualcosa di grave, una sua perizia viene messa in discussione in una maniera del tutto incredibile e lei si trasforma in detective: ha una onorabilità da difendere e perché, come si legge nel romanzo, «non è vero che in Italia ci sono tre gradi di giudizio e che la giustizia è lenta, il quarto grado, il pregiudizio, è molto veloce e non ha appelli».
Laura è una donna che ha comunque scelto quella professione superando il dissenso della propria famiglia e nonostante una serie di ostacoli incontrati lungo la sua strada: «Ha scoperto di amare quel lavoro, non teme i giudizi della famiglia e non teme di farsi valere perché il piacere e la gratificazione che trova nell’espletare questo lavoro è maggiore».
Lei, come l’autrice, è laureata e ha specializzazioni di livello universitario, caso raro per chi svolge incarichi molto spesso assegnati ad amici degli amici, come spiega nel romanzo, magari senza competenze specifiche.
«Nell’ambiente, almeno fino a qualche tempo fa, vigeva il pensiero che trascrivere è come eseguire qualcosa sotto dettatura, azione per cui non ci vogliono competenze particolari, poi per fortuna qualcosa è cambiato».
Un lavoro oscuro e dietro le quinte davanti a un computer, cuffie in testa. Eppure, leggendo il libro, si scopre non privo di fascino. «Io parlo per me stessa e, ovviamente anche per Laura Viviani. Ci possono essere anche interessi morbosi nello stare dietro le quinte, ma questo non è il mio caso. Il mio obiettivo è sempre stato riuscire a fornire prove limpide e comprensibili di quanto registrato, quindi un aiuto alla giustizia».
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