L'ANALISI
31 Agosto 2022 - 05:25
CREMONA - «Restare in coppia per non stare bene è un peccato, perché la vita è una e non credo sia corretto scegliere di non vivere felici. Questo non significa che lasciare una persona sia la scelta per forza corretta, ma per quanto mi riguarda, non l’ho fatto e non credo che farò in futuro di stare in un rapporto per non stare bene». Elisabetta Piselli, giornalista che da sempre racconta storie di donne, ha scelto un tema molto complicato per il suo romanzo d’esordio «Si può sempre scegliere di lasciarsi». Ne parla con Paolo Gualandris per la videorubrica Tre minuti un libro in rete da oggi sul sito www.laprovinciacr.it.
Un romanzo che parla, al femminile, di quel che resta di sé al di fuori della coppia, il luogo dove spesso ci si perde e nel quale non si è più felici. Eppure, nonostante questo, molti scelgono di non lasciarsi mai. «La paura di ritrovarsi soli, di fare i conti con la persona che si è diventata e la frequentazione con altre coppie nelle quali ci si ritrova, porta a pensare che sia giusto perseverare nella propria infelicità. La protagonista compie invece un viaggio all’interno di se stessa per riscoprire chi è e che cosa è stata all’interno della coppia. Chi ci è passato lo sa benissimo, è un processo direi quasi obbligato», assicura la scrittrice. Scegliere di lasciarsi non è mai semplice e la coppia raccontata nella storia, non ha nemmeno figli.
Da una parte la separazione parrebbe più facile, dall’altra obbliga a lasciarsi per davvero, senza avere più motivi di continuare ad avere contatti con l’ex compagno. La protagonista si lascia attraversare dal dolore per quella che ritiene una scelta subita e in realtà non voluta. Si ritrova così a guardarsi allo specchio e a non sapere più chi sia la persona che è diventata. Lo strazio di non sentire più il suo ex, il fatto che lui non la cerchi e che lei abbia la forza di non farlo, la vedrà obbligata a far pace con quel che è stato, a riscoprire nuove cose di sé, a svuotare il sacco su quello che in realtà si faceva andare bene anche se così non era: ad esempio gli amici che frequentavano e che in fondo erano una palla pazzesca, ma anche la riscoperta dei propri gusti e della gestione del quotidiano, che passano attraverso l’abbrutimento che, di per sé, ha sempre qualcosa di tragicomico. Per tornare a stare bene, la protagonista sceglie di non risparmiarsi al dolore, di affrontarlo da sola, perché è sola.
«La solitudine – dice ancora Piselli - è qualcosa che ti porta a fare dei viaggi introspettivi. Per come la penso io è sempre importante cogliere possibilità di crescita quando anche c’è un dolore grande». Il passaggio più importante sarà cambiare la parola autodefinente «sola» in «libera». Un percorso lungo e difficile, prima di approdare nella nuova consapevolezza di sé. Subito c’è il dubbio di aver sbagliato e quindi la prima domanda è: perché è andata così, dove abbiamo sbagliato? Che cosa non ho capito? Poi c’è il: e adesso che sono sola, che sono diventata? Che cosa mi piace? Che vita è senza di noi? «Perché in una convivenza lunga si finisce per assomigliarsi, per parlare nello stesso modo, usando gli stessi modi di dire», sottolinea. La riscoperta di sé che passa però anche attraverso il caos, anche nella gestione della casa. C’è la parte dell’abbrutimento, perché quando uno c’è dentro, si ritrova un po’ come Bridget Jones. E ci sono diversi passaggi intermedi come, per esempio la scoperta di hobby nuovi ma che probabilmente mai avresti coltivato all’interno della coppia.
«Quando si è da soli non c’è inibizione: puoi ballare da sola, cantare, raccogliere le foglie passeggiare e fare delle cose che magari in due non si fanno. Attraverso questi passaggi lei semplicemente diventa una persona diversa rispetto alla donna che era in coppia». Decisivo un passaggio, che Piselli racconta molto bene: la parte in cui lei scopre che c’è la possibilità di lasciarsi andare anche con qualcun altro, ma vive il tutto come se fosse un tradimento. «Perché è difficile ‘subire’ lo sguardo di un altro uomo, o un’altra donna a seconda della situazione, se ci si sente legati a qualcun altro. Al contempo, lei scopre che per caso lei si ritrova a chiacchierare con un uomo e che questa cosa nonostante lei si senta impegnata non le dà fastidio. E qui viene il dubbio: quindi questo può succedere anche all’interno di una coppia normale per cui un giorno incontra una persona non ti ritrovi non dico a flirtare, ma comunque a star bene con una persona che non è quella che ti aspetta a casa».
Dalla comprensione dei propri errori e dopo l’ultimo confronto con l’ex compagno, durante il quale capisce di essere ormai andata oltre, vede nel proprio futuro la possibilità di tornare a vivere una nuova storia d’amore, nella quale si ripromette di non compiere gli stessi errori, ma al contempo, lascia aperta la possibilità di dirsi che in fondo, se non dovesse funzionare, si può sempre scegliere di lasciarsi.
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