CALCIO
24 Novembre 2021 - 05:15
CREMONA - L’inchiesta sulla morte di due scienziati romeni, la battaglia più feroce della storia, a Stalingrado, la paura, la pietà per i commilitoni ma anche per i nemici, le riflessioni sulla guerra e sull’onore, sull’amicizia e sull’amore. La scrittrice italo-americana Ben Pastor affronta tutto ciò nella sua ultima, splendida, fatica letteraria «La Sinagoga degli zingari». La scrittrice, da sempre alla ricerca di nuove frontiere da esplorare, esibisce qui tutte le sue doti di narratrice, costruendo intorno al mystery una cornice letteraria di coinvolgente potenza.
L'INTRECCIO. Dunque, due famosi scienziati romeni scompaiono nel cuore della steppa, nell’agosto 1942, mentre le truppe dell’Asse marciano verso Stalingrado. Il compito di ritrovarli è affidato a un ufficiale impegnato sul fronte e appartenente all’Abwehr, il controspionaggio militare tedesco: Martin Bora, protagonista del fortunato ciclo di romanzi di Ben Pastor, nata in Italia e poi diventata docente di scienze sociali nelle università americane.
Bora, per dirla con le parole della sua ideatrice, «è l’antitesi di quello che pensiamo del tedesco nella seconda guerra mondiale: è colto, cattolico, non è un estremista, ma valoroso soldato che obbedisce agli ordini e disubbidisce quando è necessario, soprattutto per ragioni morali. Allo stesso tempo è il tipico ufficiale tedesco e la sua antitesi. Nelle sue riflessioni dal fronte scrive ‘apparteniamo alla categoria categoria umana degli invasori, un gradino sotto quello dei conquistatori’: la dice lunga il fatto che un 20enne cresciuto nel regime nazista possa avere la lungimiranza di capire che ci sono risvolti tragici nell’avanzata tedesca verso l’est, e non è così soltanto per i rischi che corrono lui e i suoi uomini, ma anche per i rischi che corre la popolazione invasa. La sua, è una considerazione ai limiti del politicamente corretto per i suoi tempi».
I ROMANZI DI BEN PASTOR. I romanzi di Ben Pastor attraversano i generi, intrecciando giallo e romanzo storico con una minuziosa documentazione. In questa dodicesima avventura di Bora diventa centrale la ricostruzione della battaglia, narrata soprattutto dal punto di vista umano. L’autrice affida alla voce del suo protagonista un racconto in cui, all’esaltante euforia iniziale della conquista, si sostituiscono gradualmente l’orrore e la paura per una guerriglia urbana sempre più devastante.
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