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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Mal di testa, quando è l’emicrania a rovinarti la giornata

La dottoressa Giulia Ceccardi, neurologa, spiega come riconoscere i sintomi e affrontare uno dei disturbi più diffusi e invalidanti. Il 19 giugno open day con il Centro Cefalee di Cremona: un’occasione per capire se serve un aiuto specialistico

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

18 Maggio 2025 - 05:20

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ di questa settimana è la dottoressa Giulia Ceccardi, neurologa della Neurologia dell’Ospedale di Cremona.

Oggi siamo qui a parlare di mal di testa. Quante forme esistono e quali sono le più comuni?
«Il mal di testa, o cefalea, è qualsiasi dolore che coinvolge la testa, il cranio o il volto. Esistono molte forme, classificate dall’ICHD (International Classification of Headache Disorders), l’ultima versione del 2018. Si distinguono in cefalee primarie e secondarie. Le secondarie derivano da una causa organica, come un aneurisma. Le primarie, come l’emicrania o la cefalea tensiva, sono vere e proprie malattie. La più frequente e invalidante è l’emicrania.


Chi colpisce di più l’emicrania e quanto è diffusa?
«Colpisce giovani, uomini e donne (rapporto 3 a 1). In Italia si stima che il 29% della popolazione soffra di una forma primaria, e circa l’12% di emicrania: parliamo di quasi 8 milioni di persone».


Come si riconosce un attacco di emicrania?
«Ha tre fasi: prodromica, dolore e postdromica. I sintomi premonitori possono comparire anche due giorni prima: rigidità del collo, craving per certi cibi, sbadigli frequenti, irritabilità. Il dolore, se non trattato, può durare fino a 72 ore, è pulsante, spesso unilaterale, aggravato dal movimento e accompagnato da nausea, fotofobia, fonofobia e osmofobia. Alcune forme di emicrania sono definite con aura: disturbi visivi o neurologici, come formicolii e difficoltà a parlare».

Si può curare l’emicrania?
«Non è ancora disponibile una cura definitiva, ma esistono molte terapie efficaci. In fase acuta si usano antinfiammatori o triptani. Se gli attacchi sono frequenti (almeno 4 al mese), è indicata una terapia di profilassi. Le opzioni includono farmaci tradizionali (antidepressivi, betabloccanti, antiepilettici) o terapie più recenti come gli anticorpi monoclonali anti-CGRP. In caso di emicrania cronica si può usare anche la tossina botulinica».

Quando è il momento di rivolgersi a uno specialista?
«Il primo passo è parlarne con il medico di base, magari compilando un diario delle cefalee. Se la terapia iniziale non funziona o i sintomi peggiorano, è bene rivolgersi a un neurologo esperto. In caso di sintomi nuovi o segnali neurologici associati, è necessario un accesso urgente in pronto soccorso».


Ci sono progetti attivi per chi soffre di cefalea?
«Sì, dal 2023 è attivo il progetto Perla, sostenuto dalla Regione Lombardia. Si tratta di un'iniziativa che coinvolge tutti i centri lombardi, con il coordinamento affidato al Mondino, all'Istituto Besta di Milano e agli Spedali Civili di Brescia. Il progetto prevede una presa in carico strutturata per chi soffre di cefalea primaria cronica. C’è anche un sito informativo accessibile a tutti».

Sono previste iniziative per il pubblico?
«Il 19 giugno - grazie all’aiuto del nostro Ufficio Comunicazione - organizzeremo un open day a Cremona con il Centro Cefalee, dedicato all’informazione e alla valutazione di chi potrebbe aver bisogno di un percorso specialistico. Sarà un momento utile anche per capire meglio come gestire il mal di testa nella vita quotidiana».

La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia  e sul suo canale YouTube.

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