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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Trombosi ed embolia, i rischi per le donne in età fertile

Tra contraccettivi, gravidanza e familiarità, la prevenzione richiede attenzione e controlli personalizzati

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

20 Aprile 2025 - 10:00

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ di questa settimana è la dottoressa Sophie Testa, direttore Laboratorio analisi e Centro Emostasi e Trombosi dell’Asst di Cremona.

Cos’è la trombosi, perché è pericolosa e perché dobbiamo parlarne?
«La trombosi è un coagulo di sangue che si forma dove non dovrebbe, in una vena o un’arteria. È pericolosa perché può provocare infarto, ictus o tromboembolismo venoso. Una morte su quattro nel mondo occidentale è causata da fenomeni trombotici. La giornata mondiale del 13 ottobre serve proprio a sensibilizzare su una patologia sottovalutata ma molto diffusa: la frequenza del tromboembolismo venoso nella popolazione generale è elevata, circa 220 casi ogni mille persone ogni anno, pari a circa 500 nuovi casi l’anno nel nostro territorio».

Quali sono le cause del tromboembolismo venoso? E quali fattori interessano in particolare le donne?
«Le cause possono essere congenite (come deficit di proteine o mutazioni) o acquisite. Tra i fattori acquisiti non modificabili ci sono età, malattie croniche, tumori e traumi. Tra quelli modificabili: sovrappeso, sedentarietà e immobilità post-operatoria. Nelle donne, momenti come gravidanza, puerperio o uso di terapie estroprogestiniche aumentano il rischio, soprattutto in presenza di altri fattori. Fino ai 50 anni, la trombosi è più frequente nelle donne. A Cremona è attivo un programma di prevenzione in collaborazione con la UO di Ostetricia e Ginecologia e i Consultori. È importante anche valutare la familiarità».

Come si può prevenire il tromboembolismo venoso?
«Conoscere i fattori di rischio è fondamentale. La prevenzione si basa su stili di vita sani, idratazione, movimento e, nei casi a rischio, su misure farmacologiche mirate. Calze elastiche e pause attive nei viaggi lunghi sono utili accorgimenti».


Qual è la terapia in caso di diagnosi di trombosi venosa profonda o di embolia polmonare? E che tipo di follow-up è previsto?
«Il trattamento è anticoagulante, per via orale o parenterale, a seconda del caso. Nei pazienti oncologici o post-operatori si preferisce la via parenterale. Il follow-up monitora l’efficacia della terapia, l’aderenza, il bilanciamento tra rischio trombotico ed emorragico e la durata del trattamento, che va personalizzata. Nelle donne in età fertile bisogna considerare eventuali perdite mestruali abbondanti, che possono richiedere aggiustamenti terapeutici».

Che cosa offre l’ospedale di Cremona?
«Da quasi 30 anni è attivo un Centro Emostasi e Trombosi, parte di una rete nazionale. Il team lavora con medici di base e specialisti per offrire una presa in carico completa e aggiornata, anche in collaborazione con altri centri italiani e internazionali».

La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia e sul suo canale YouTube.

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