L'ANALISI
IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO
26 Gennaio 2025 - 05:25
CREMONA - Protagonista della rubrica 'Il medico risponde' è il dottor Alberto Bonvecchio, responsabile del Coordinamento donazione organi e tessuti di Asst Cremona.
Quali sono i risultati generali e locali delle donazioni d’organo?
«Direi che, nelle difficoltà che ci sono state nel periodo post-pandemico, adesso, da ormai due anni, in particolare nel 2024, i risultati sono decisamente in miglioramento. La registrazione a livello nazionale ci dà dei risultati molto positivi. L'offerta trapiantologica è aumentata del 20-25% rispetto agli anni precedenti, con una riduzione delle liste d’attesa da circa 9.000 persone a poco più di 8.000. Inoltre, il numero di trapianti è decisamente maggiore, e questo vale anche per i tessuti, non solo per gli organi. In particolare, per le cornee, possiamo affermare che in Italia abbiamo ormai soddisfatto il fabbisogno, con un aumento della qualità, grazie alla possibilità di scegliere tessuti di alta qualità. I dati sono positivi a livello nazionale, in Lombardia e anche a Cremona, dove, al 30 novembre, abbiamo avuto 13 donatori multiorgano e multi tessuto a cuore battente, due donatori a cuore fermo, due donatori multi tessuto a cuore fermo e 145 donatori di cornee, con quasi 300 tessuti corneali inviati alle banche. Il risultato, quindi, è molto buono».
Qual è il livello di informazione e sensibilizzazione, e funziona la scelta effettuata in Comune?
«Questo è uno dei punti dolenti. Nonostante i risultati molto incoraggianti in termini di numero e qualità di prelievi e trapianti, dobbiamo fare delle riflessioni. Noi, a livello nazionale, regionale e locale, facciamo tantissime iniziative. A Cremona, ad esempio, siamo stati i primi in Italia ad essere insigniti del progetto Stella della Fondazione Trapianti Onlus, non perché facciamo più prelievi, ma perché, in proporzione al territorio e all’impegno, siamo stati considerati particolarmente proattivi. Facciamo molte attività informative, come eventi pubblici, partecipazioni alla maratonina con la squadra dei trapiantati e visite nelle scuole, raggiungendo oltre 3.000 studenti all’anno. Nonostante questo, i risultati a Cremona, quando le persone si recano al rinnovo della carta d’identità e dichiarano la loro volontà in merito alla donazione, sono tutt’altro che incoraggianti. C’è una differenza notevole tra la percentuale di opposizione rilevata in terapia intensiva (sotto il 27%) e quella al rinnovo della carta d’identità (32-33%). Questo indica che, pur cercando di sensibilizzare le persone, non riusciamo a far comprendere appieno l’importanza di questo gesto. Questo è un fenomeno su cui dobbiamo riflettere. La nostra comunicazione probabilmente non è sufficiente o non riesce a toccare i giusti temi per coinvolgere tutti».
Quindi, come interpretiamo il rifiuto alla donazione degli organi?
«Questo è un altro tema su cui bisogna riflettere. Non possiamo pensare che chi dice di sì alla donazione sia una persona meravigliosa e chi dice di no una cattiva persona. Chi si oppone potrebbe avere ragioni psicologiche di rifiuto, che siano personali o culturali, e dobbiamo cercare di capire queste motivazioni. Non possiamo trascurare questi aspetti e dobbiamo confrontarci con il perché ci sia questa opposizione. La donazione degli organi è un gesto estremamente importante, sia per chi riceve l’organo, ma anche come valore civico per la società intera».
Cosa c'è dietro la donazione degli organi?
«Il punto fondamentale è che, senza un donatore, non può esserci trapianto. Ma, oltre a questo, c'è un lavoro clinico e relazionale molto complesso. Il prelievo richiede molte competenze e un grande impegno. Non basta il coordinamento, la terapia intensiva, ma è necessaria una collaborazione tra radiologi, medicina legale, neurologi, laboratorio e obitorio. A Cremona, abbiamo fatto un importante cambio di mentalità, che ci ha permesso di ottenere risultati straordinari. La competenza di tutti i professionisti coinvolti è essenziale, e questo impegno interdisciplinare ha consentito di portare a termine operazioni che, in altri ospedali, non sarebbero state possibili. Ogni passo del processo è fondamentale per garantire che gli organi siano di qualità e pronti per essere trapiantati».
La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia e sul suo canale YouTube.
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