L'ANALISI
06 Ottobre 2024 - 05:20
CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è la dottoressa Michela Bracco, tecnico della riabilitazione psichiatrica del Centro psicosociale dell’Asst di Cremona.
Il 10 ottobre è la Giornata mondiale della salute mentale: di che cosa si occupa il tecnico della riabilitazione psichiatrica?
«Il Terp è una figura abbastanza recente ed è un operatore sanitario che lavora nell’ambito della salute mentale. Non si tratta di un lavoro individuale, ma di un’attività di confronto continuo realizzata con altri operatori, con i servizi sociali e più in generale con tutte le figure del dipartimento della salute mentale. L’obiettivo è la recovery del paziente, ossia quel processo in cui la persona comprende la sua diagnosi, la sua malattia, i suoi sintomi e impara a conviverci per raggiungere la migliore qualità di vita possibile e la maggiore autonomia».
Quali sono gli strumenti per raggiungere questo obiettivo?
«Il Terp valuta il funzionamento personale e sociale del paziente, una valutazione che ci permette di capire quali sono le sue abilità residue, i suoi deficit e i suoi obiettivi a breve, medio, lungo termine per tarare il piano di lavoro. Che viene affrontato attraverso interviste, colloqui individuali insieme agli altri operatori del servizio per comprendere appunto i suoi bisogni a 360 gradi. Vengono usati anche strumenti standardizzati come le schede di valutazione. Molto importante è l’osservazione della persona, della sua comunicazione non verbale durante i colloqui. Reperiamo poi informazioni anche dalla sua rete sociale - famiglia, amici, colleghi di lavoro, insegnanti - per comprendere il suo funzionamento nella quotidianità».
Chi sono i vostri utenti?
«All’interno del servizio di salute mentale del Centro psicosociale abbiamo utenti dai 18 anni in su affetti dai più vari disturbi, che vanno dalle neurodivergenze, ai disturbi schizofrenici e dell’umore. Nel 2023-2024 abbiamo registrato un aumento dei giovani esordi tra i 18 e i 24 anni. Alla base di un disturbo mentale ci sono tre tipologie di fattori: ambientali (il contesto macro e micro sociale nel quale ha vissuto), personali (il suo temperamento) e genetici (l’ereditarietà). Nei giovani esordi la tempestività e la flessibilità dell’intervento sono fondamentali. Prima interveniamo su un esordio e migliore sarà la prognosi. Inoltre, tenendo conto che sono persone giovani, che magari vanno a scuola o all’università, dobbiamo andare incontro alle loro esigenze che sono decisamente diverse da quelle di un cinquantenne. Ogni paziente preso in carico ha dietro di sé una micro équipe e un piano terapeutico individuale».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.
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