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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Protrusioni discali, quel mal di schiena fastidioso

Il dottor Antonio Fioravanti, direttore di Neurochirurgia dell'Asst di Cremona: «Indagare la lombalgia quando il sintomo si cronicizza e incide sulla qualità della vita»

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

30 Giugno 2024 - 05:30

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Antonio Fioravanti, direttore di Neurochirurgia dell’Asst di Cremona.
Che cosa sono le protrusioni discali?
«Con questo termine indichiamo la sporgenza di un disco vertebrale. Per rendere meglio l’idea è come quando spingiamo sul tubo di dentifricio e notiamo che ne viene fuori un po’, ma non completamente».

Che cosa possono provocare le protrusioni discali?
«Provocano soprattutto mal di schiena, disturbo molto frequente avvertito in generale da tutta la popolazione. La lombalgia può peggiorare perché i dischi intervertebrali li immaginiamo come gli ammortizzatori di un’auto, per cui se vengono caricati e sporgono di più possono causare un aumento della lombalgia e talvolta un’irritazione dei nervi quindi con delle lombosciatalgie transitorie».

Come si differenziano dalle ernie?
«L’ernia è un pezzo del disco intervertebrale che viene completamente fuori e comprime il nervo, dando dolore agli arti. Dobbiamo immaginarci come una cartina geografica. Ogni nervo va in un certo territorio della nostra gamba. Se quel nervo viene compresso avremo dolore in quella parte della gamba. La protrusione provoca prevalentemente mal di schiena».

Che origine hanno le protrusioni?
«È una patologia molto diffusa sia tra le donne che tra gli uomini. E non c’è una relazione con il tipo di lavoro che si svolge. Il disco intervertebrale è fatto da una parte esterna fibrosa che quando si indebolisce fa venire all’esterno la sua parte più morbida, appunto la protrusione discale».

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?
«La lombalgia non è un sintomo di cui preoccuparsi, ciascuno di noi ne soffre. Ma quando il sintomo si cronicizza, causando assenze dal lavoro e incidendo sulla qualità della vita, è necessario fare approfondimenti diagnostici, una Tac o una Risonanza lombosacrale».

Come vengono trattate?
«Il trattamento di questo tipo di patologia è conservativo , difficilmente richiede un intervento chirurgico. Come neurochirurghi proponiamo infiltrazioni che eseguiamo in ospedale. Si può anche ricorrere alla fisioterapia. Molto utile è praticare il nuoto».


La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale  e sul suo canale YouTube.

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