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VERSO IL VOTO

Sofo: «Europa colosso... solo nella burocrazia»

Il candidato di FdI: «Su conflitti, transizione energetica e IA serve una linea comune»

Francesco Gottardi

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31 Maggio 2024 - 05:10

CREMONA - «Abbiamo a che fare con un'Unione Europea che in questi anni si è dimostrata essere un gigante burocratico ma che geopoliticamente si è comportata come un nano. Bruxelles è stata colpevolmente del tutto assente in quei temi strategici dove invece avevamo bisogno di avere un’unica voce». Ed è proprio questa ‘identità forte’ che Fratelli d’Italia, con le parole dell’eurodeputato Vincenzo Sofo, si propone di definire con una nuova maggioranza di destra nel corso della prossima legislatura.

«Per la nostra posizione geografica prima ancora per il nostro peso internazionale abbiamo un ruolo naturale di ‘ponte diplomatico’ — afferma Sofo che si concentra in particolare sugli scenari di guerra aperti —La guerra in Ucraina ha avuto un effetto domino e ora ci troviamo a tutti gli effetti in quella che potremmo definire una ‘terza guerra mondiale a pezzetti’. Dobbiamo evitare che i conflitti in corso si trasformino in uno scontro di civiltà e per farlo dobbiamo riscoprire la centralità globale dell’Europa».

Un protagonismo diplomatico che per Sofo non mette in discussione le alleanze storiche, in particolare la Nato, nella convinzione «che non possiamo continuare ad appaltare agli alleati la gestione della nostra diplomazia. Anche perché a farne le spese sono prima di tutto gli europei che scontano in bolletta la mancanza di un piano di sovranità energetica comune». Aumenti legati all’interruzione delle forniture del gas russo e dal prezzo elevato del gas liquido statunitense a fronte dei quali per FdI «i calmieri possono essere una soluzione temporanea ma l’unica risposta accessibile resta quella del nucleare». E sulla sostenibilità Sofo preferisce parlare di transizione energetica piuttosto che ecologica: «Per quelle che sono oggi le richieste del Green Deal ci troviamo di fronte ad uno scenario semplicemente irrealizzabile. Le emissioni zero sono pura retorica e le cosiddette fonti rinnovabili ne sono la prova: i costi ambientali e sociali di una transizione forzata nelle nostre case, nei nostri campi fino alle nostre automobili sono altissimi e insostenibili».

E quello della mancanza di una visione strategica è un tema che torna anche rispetto a uno degli ambiti su cui Sofo si è concentrato nella scorsa legislatura europea: l’intelligenza artificiale. «L’Europa si è attivata in ritardo per regolamentare un settore che fino ad ora si è mosso in una sorta di ‘selva oscura’. Ci sono in merito due grandi temi: uno è quello dei dati dei cittadini, che sono il petrolio del terzo millennio, regalati dall’Ue a pochi soggetti privati; dall’altro quello etico: si stima che perderanno il lavoro 300 milioni di persone nel mondo nei prossimi anni. Con l’IA Act si è fatto un primo passo ma serve molto di più».

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