L'ANALISI
IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO
31 Marzo 2024 - 08:30
CREMONA - Nuovo appuntamento con la rubrica ‘Il medico risponde’: la protagonista è la dottoressa Claudia Fardani, psicologa e psicoterapeuta della Neuropsichiatria infantile di Asst Cremona.
Cos’è lo spettro autistico?
«Si tratta di un disturbo del neurosviluppo. E viene indicato con il termine ‘spettro’ - come lo spettro della luce - per la grande variabilità con cui si presenta. È caratterizzato da due aspetti fondamentali che si utilizzano anche per fare la diagnosi: da un lato, il deficit qualitativo nell’interazione e nella comunicazione sociale e, dall’altro, la presenza di comportamenti o interessi ristretti e ripetitivi. Ma anche un modo diverso di percepire, vivere e rispondere agli stimoli che arrivano dall’ambiente e dalla vita quotidiana».
Quanto è frequente?
«La frequenza è abbastanza elevata, tra l’1 e il 2%. Studi di prevalenza americani, confermati da studi di prevalenza europei, confermano un trend di crescita: 1 persona su 89 presenta un disturbo dello spettro autistico. E un po’ come tutti i disturbi del neurosviluppo, ha una frequenza maggiore nel sesso maschile rispetto a quello femminile. Va detto, però, che questo trend in aumento è dovuto anche a una maggiore formazione degli operatori sanitari, a criteri diagnostici più specifici e a una più elevata consapevolezza nei genitori. Inoltre, sono aumentati anche gli screening in età molto precoce».
C’è relazione con la disabilità intellettiva?
«La disabilità intellettiva -intesa come un ritardo cognitivo associato a un deficit sia nelle autonomie di apprendimento e di comunicazione, sia nelle autonomie personali e sociali - può essere correlata nel 32% dei casi».
Come e quando si può identificare?
«Il disturbo dello spettro autistico si può già identificare nei bambini molto piccoli. Ci sono dei segnali, dei campanelli d’allarme. È anche vero che la diagnosi può avvenire più tardivamente quando la richiesta sociale diventa più impegnativa».
A quali servizi territoriali bisogna rivolgersi?
«Il primo approccio è con il pediatra di libera scelta che, tra l’altro, in occasione delle visite filtro mette in atto screening specifici dai quali è possibile fare un’ipotesi di disturbo dello spettro autistico; poi, la visita con il medico neuropsichiatra, quindi valutazioni multidisciplinari accompagnando la famiglia alla diagnosi. In seguito il bambino viene preso in carico dai servizi per un percorso psicoeducativo, neuropsicomotorio, ma anche logopedico, per lavorare su tutti i fronti. Inoltre, diamo supporto ai genitori, attivando anche percorsi di gruppo».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.
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