L'ANALISI
10 Marzo 2024 - 05:25
CREMONA - Nuovo appuntamento con la rubrica ‘Il medico risponde’: il protagonista è il dottor Fabio Malberti, direttore della Struttura di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Cremona.
Parliamo di prevenzione: qual è l’obiettivo della Giornata mondiale del rene?
«La data quest’anno è il 14 marzo. È una ricorrenza importante perché ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione. In piazza, dalle 9 alle 16, un gruppo di medici e infermieri si occuperanno di fare due esami molto semplici a chi vorrà, l’esame delle urine e la misurazione della pressione arteriosa che, se alterati, possono essere indizio di una malattia renale a cui sono più esposti i pazienti diabetici. Il danno renale all’inizio non dà segni, quindi l’esame delle urine nei pazienti diabetici, con il dosaggio per esempio della microalbuminuria, diventa fondamentale, così come nei pazienti ipertesi, soprattutto quelli con un’ipertensione non controllata. Ci sono poi anche dei farmaci analgesici, i cosiddetti Fans, che se usati per lunghi periodi posso causare danni sia cronici sia acuti della funzione renale. L’insufficienza renale riguarda il 10% della popolazione, soprattutto quella al di sopra dei 65 anni».
L’esame delle urine andrebbe fatto con regolarità?
«Sì nei pazienti a rischio, al di là dei diabetici e degli ipertesi, quelli che hanno familiarità con la malattia renale, come nel caso della patologia policistica. In questo caso nei soggetti più giovani si fa uno screening mirato».
Ci sono nuove cure farmacologiche?
«Negli ultimi anni si sono fatti significativi progressi. Uno dei farmaci che sta entrando sempre più nell’uso nel rallentare un danno renale, è stato introdotto da una decina di anni per i pazienti diabetici. Il farmaco glicosurico, per dare un termine meno scientifico e più semplice, che si prende per bocca, blocca un recettore che c’è nel rene (SGLT2) inducendo la perdita di zucchero. Questo meccanismo aiuta a controllare il diabete all’inizio, ma rallenta anche lo sviluppo dell’insufficienza cronica grazie alla perdita di proteine con le urine. Da un paio di anni, questo farmaco innovativo, è prescrivibile anche ai pazienti con insufficienza renale cronica non diabetici. Da una trentina di anni, poi, i nefrologi usano un farmaco per l’ipertensione, che appartiene alla classe ACE-inibitori, che rallenta il danno renale. Oggi c'è un altro farmaco con un meccanismo simile e sinergico».
Qualche consiglio per mantenere i reni in salute?
«Le strategie dietetiche possono essere molto utili: controllare l’apporto di zuccheri, di calorie, ridurre il sovrappeso, fare attività fisica. Anche l’eccessivo apporto di sale sovraccarica il rene. Nella fase poi più avanzata dell’insufficienza renale si deve limitare l’apporto di proteine».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.
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