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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Cura malattia e solitudine: ecco l’infermiere di famiglia e di comunità

Il dottor Gianmario Pedretti, dirigente Professioni sanitarie e sociosanitarie del Polo territoriale dell'Asst di Cremona: «L’attività di chi entra nella casa dell’utente è finalizzata a promuovere lo stato di salute nel suo complesso»

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

11 Febbraio 2024 - 05:25

CREMONA - Nuovo appuntamento con la rubrica ‘Il medico risponde’: il protagonista è il dottor Gianmario Pedretti, dirigente Professioni sanitarie e sociosanitarie del Polo territoriale dell’Asst di Cremona.

‘Curare il malato curando le relazioni’: quanto questo messaggio descrive l’attività dell’infermiere di famiglia e comunità?
«Descrive perfettamente l’attività di questi professionisti che entrano nel contesto quotidiano domestico dell’utente per promuovere il suo stato di salute. L’infermiere di famiglia e comunità tra i suoi strumenti ha il dialogo, fondamentale nella relazione di cura, e si interfaccia con i medici di medicina generale, oltre che con gli assistenti sociali e tutte le altre figure professionali».

Quali situazioni trovano gli infermieri di famiglia e comunità che operano sul territorio?
«Questo servizio, nato nella nostra Azienda un paio di anni fa, è svolto da colleghi che hanno esercitato per molti anni l’attività professionale in contesti ospedalieri per poi trovarsi a operare in un ambito completamente diverso, le case degli utenti. Hanno trovato situazioni di estrema fragilità e solitudine, talvolta di abbandono. Del resto l’evoluzione socio-demografica del nostro Paese ci porta ad avere molti nuclei famigliari con due persone, spesso anziane e magari con figli lontani per lavoro. E se non si innesca il bisogno di salute restano sconosciute. L’infermiere di famiglia e di comunità, spesso su segnalazione dei medici di medicina generale, oltre che di tutta la rete dei servizi che compongono l’équipe territoriale, entra nel contesto domestico facendosi carico non solo del singolo problema ma di tutta la situazione famigliare nella sua complessità. L’esecuzione di pratiche infermieristiche avviene in un contesto diverso da quello ambulatoriale aprendo confini in termini di tempo e spazio. Ecco perché il tempo della relazione è proprio un tempo di cura».

Come si fa a richiedere l’intervento degli infermieri di famiglia e comunità?
«Si tratta di un servizio totalmente gratuito, attivato per lo più dal medico di medicina generale attraverso il Punto unico di accesso di Cremona in via San Sebastiano. Ma la segnalazione può arrivare anche da servizi specialistici ospedalieri in fase di dimissione. In ogni caso tutti, farmacista e parroco per esempio, possono fare questa segnalazione».

Qual è l’importanza della Giornata mondiale del malato?
«La persona che si ammala è il fulcro del nostro processo assistenziale. L’articolo 4 del nostro codice deontologico definisce proprio la relazione di cura dell’infermiere con il paziente, e la sua famiglia, un tempo di cura prezioso».

La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.

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