L'ANALISI
24 Settembre 2023 - 05:20
CREMONA - Nuovo appuntamento con la rubrica ‘Il medico risponde’: il protagonista di questa puntata è il dottor Bruno Censori, direttore della UO di Neurologia e Stroke Unit dell’Asst di Cremona.
Che cos’è l’Alzheimer e che cosa sono le demenze?
«Le demenze sono un gruppo di malattie che si caratterizzano essenzialmente per l’indebolimento delle funzioni cognitive, ossia memoria, linguaggio, attenzione, orientamento, capacità di ragionamento e comportamento. Si parla di demenza quando la persona non è più in grado di badare a sé stessa. Le cause delle demenze possono essere un ictus, la fase terminale della malattia di Parkinson, un’encefalite, un trauma cranico. Ma la causa più frequente di demenza è la malattia di Alzheimer. Si stima che in Italia circa 1 milione 200mila persone siano affette da demenza e poco più della metà abbiano l’Alzheimer».
Da che cosa è provocata la malattia?
«È dovuta all’accumulo nel cervello di due proteine, amiloide e tau, che provocano un danno progressivo dei neuroni delle aree che servono per le funzioni cognitive. È una malattia che impegna moltissimo sia il servizio sanitario nazionale sia la società».
Come si fa la diagnosi?
«Negli ultimi anni ci sono stati progressi considerevoli nel campo della diagnosi: oggi si effettuano una puntura lombare per dosare le proteine oppure due Pet cerebrali. È possibile dire a una persona che ha l’Alzheimer anche se i disturbi cognitivi non si sono ancora manifestati. Infatti, se i livelli delle due proteine superano una certa soglia è quasi certo che comparirà la demenza. L’Alzheimer non è una malattia solo del paziente, ma di tutti coloro che lo assistono. La vita del famigliare che se ne occupa viene spesso disintegrata proprio dalla necessità di assistenza della persona affetta da Alzheimer».
Quali sono le terapie in campo?
«È sicuramente importante fare una prevenzione primaria. E porre l’attenzione ai fattori di rischio che danneggiano l’organismo in generale come fumo, alcol eccessivo, obesità, diabete, ipertensione, vita sedentaria. Quindi, fare attenzione ai traumi cranici e alla depressione. Per prevenire il declino cognitivo nell’età avanzata sono rilevanti le relazioni sociali e l’esercizio cognitivo. I farmaci esistenti, se presi per lungo tempo, consentono di ridurre un pochino il peggioramento delle prestazioni cognitive. Ma la ricerca sta facendo importanti scoperte. Oggigiorno servono però strutture dedicate a questi pazienti. Da questo punto di vista il territorio cremonese vanta una lunga cultura nell’assistenza di queste malattie. Sono molti gli istituti che offrono un progetto di assistenza integrato».
La rubrica — in collaborazione con l’Asst Cremona — può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris