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Petizione anti-muro: "Almeno fate un giardino verticale contro quest'obbrobrio"

Seicentoquarantacinque firme raccolte nel giro di un mese contro il supermercato di via Del Giordano. C'è anche quella di Giovanni Galimberti, figlio del sindaco

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

04 Agosto 2023 - 15:27

CREMONA - Fosse per lui, Diego Garelli, anima della protesta, «quel muro così enorme lo tirerei giù», ma non si può e, allora, «che lo rendano decente con un giardino verticale che consenta anche di migliore la qualità dell’aria, e possa compensare la perdita di valore immobiliare delle abitazioni attigue. Chiediamo che il Comune si prenda la responsabilità di andare dalla Despar a inoltrare le nostre richieste».

Undici di oggi. Garelli e Marinella Gamba si danno appuntamento davanti a SpazioComune con la lista delle 644 firme, più una presa all’ultimo sulla soglia del Municipio, «di gente indignatissima» - firme poi protocollate alle 11.21 nell’ufficio al primo piano - contro i 9 metri di muro tirati su del futuro supermercato Despar, nell’area dell’ex Snum, tra via del Giordano, via Mosa, via Cadore e via Ratti, strada stretta, quest’ultima, con quel muro che ‘oscura’ il condominio di fronte, al civico 2. Qui hanno casa Garelli e Gamba.

documento

Il documento depositato

Seicentoquarantacinque firme raccolte nel giro di un mese «con l’aiuto di Maria Cristina Arata, presidente del Comitato di quartiere, e amici vari», perché «il cantiere sta andando avanti alla velocità della luce». E tra i 645 che chiedono all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluca Galimberti di «farsi garante presso il committente del suddetto edificio di trovare soluzioni che possano mitigare almeno l’impatto visivo e, di concerto, valorizzare le vie circostanti», c’è quella di Giovanni Galimberti, figlio del sindaco. «Meglio non scriverlo». E perché? Libertà di pensiero in casa Galimberti.

I fogli con le firme (nome, cognome e residenza) disegnano la mappa geografica della polemica che non si è alzata (insieme al muro) solo nelle vie limitrofe all’ex area Snum, ma si è allargata a macchia d’olio in tutta la città, partendo proprio da via monsignor Giulio Ratti. Le finestre del condominio al civico 2 si affacciano sul muro del supermercato, quello, invece, «senza finestre, senza niente».

La signora Gamba due domande è andata a farle in cantiere. «Ho chiesto: “Ma almeno qualche finestra per rompere la monotonia di questo muro?”. “Eh no, signora, perché qui facciamo il magazzino”. “Ho capito, ma in alto magari qualche finestra?”. Niente. “E tenerlo un po’ più basso? “. Mi hanno detto: “Potevamo andare anche a 14 metri”».

«Se noi l’avessimo saputo prima di questo obbrobrio – sottolinea Garelli - , ci saremmo mossi sicuramente prima. Dai giornali doveva essere un piccolo supermercato (io faccio l’esempio del Penny di via Massarotti) che nel contesto ci sta, ma non un colosso del genere. Non vogliamo delle risposte. Le domande le abbiamo già fatte. Io personalmente ho mandato una lettera al sindaco, ma non mi ha risposto. Sapendo poi della nostra raccolta firme, il vice sindaco ha detto che non è di loro competenza fare questo giardino verticale o, comunque, prendere provvedimenti. Tanto ormai la cosa è stata fatta e penso che avranno tutti i permessi. Allora, la nostra richiesta è di fare un giardino verticale».

Garelli non si ferma: «Un minimo di buon senso ci doveva essere sin dall’inizio, perché una cosa così quasi in centro… il buon senso è andato a finire chissà dove. Chi è responsabile di questo, penso che sia la giunta che ha dato il permesso, ha sbagliato. Tutti sbagliamo. Adesso dovranno prendere provvedimenti. Più che delle risposte, aspettiamo i fatti».

Garelli rinnova l’invito «alla giunta comunale di venire a casa mia a prendere un caffè: apriamo le finestre e si trovano di fronte quello che c’è».

Ore 11 e 21. consegna delle firme e timbro. E adesso? «Adesso aspettiamo. Aspetteremo un po’ di tempo. Se nessuno risponde, si continuerà. Penso anche alla mia vicina», dice Garelli. «Sicuramente», garantisce Marinella Gamba. «Io - prosegue Garelli - ho invitato il sindaco a prendere il caffè a lavori terminati, tra nove mesi, quando non sarà più sindaco. Mi ha detto. “Vedrai che quando aprirà, sarà bello”. Bellissimo, io non vedo più il cielo. Sinceramente, io vorrei parlare con il sindaco, è il primo cittadino e con 645 firme, lo ripeto, deve dare la possibilità ai cittadini di poter esprimere la propria opinione. Capisco che non si possa dare ragione a tutti, ma, almeno di dare la possibilità di parlare».

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