L'ANALISI
CREMONA: LA CITTA' CHE CAMBIA
31 Luglio 2023 - 05:00
Il cantiere del supermercato in costruzione in via del Giordano
CREMONA - A metà giugno, all’alba di un’onda di dissenso che sarebbe via via montata seguendo il progressivo alzarsi del muro, era stata la presidente del comitato di quartiere a farsi portavoce del malcontento dei residenti, impressionati dalla struttura ‘oscura orizzonte’ in costruzione in via del Giordano. «A mio parere l’impatto è devastante — era stata tranciante, Maria Cristina Arata —. Improvvisamente, ci troviamo davanti alle finestre una massicciata di cemento dall’altezza eccessiva, che potrebbe anche essere tollerata se non fosse così a ridosso di case e marciapiedi. Mi chiedo come questo progetto possa avere ottenuto l’ok della Commissione paesaggio, quando qualsiasi cittadino deve penare per allargare di trenta centimetri un balcone. È del tutto evidente che così viene stravolta l’estetica del quartiere: gli abitanti hanno la visuale completamente ostruita. Non ho riserve nel definirlo ecomostro».
E adesso, contro ‘l’ecomostro’ ancora in corso di realizzazione nell’area ex Snum, destinato ad ospitare un supermercato di media vendita della Despar lì dove via Giordano declina nelle vie Ratti, Cadore e Mosa, la protesta si è strutturata, specchiandosi in una petizione che ha già superato le 500 firme e che potrebbe raccoglierne altre prima della consegna al sindaco Gianluca Galimberti, già fissata in calendario per venerdì. «Ipotizziamo di poter aumentare ancora il numero delle adesioni», spiega il promotore dell’iniziativa, Diego Garelli. È uno dei residenti da subito colpiti dallo stravolgimento estetico-architettonico ed è stato il primo a prendere carta e penna per inviare una lettera allo stesso primo cittadino. Esprimendo in quella missiva «sdegno per quanto sta accadendo» e lamentando di essersi trovato a cinque metri dalle finestre di casa «una muraglia che toglie aria e luce...».
Di fatto, l’atto iniziale del movimento che avrebbe condotto alla mobilitazione organizzata: «E 500 firme sono tante — specifica ora Garelli —, certamente significative della posizione e del pensiero della larga maggioranza di chi abita qui». E che non potendo a questo punto chiedere né di abbattere il muro né, ovviamente, di abbassarlo, domanderà al Comune di intercedere con il committente affinché elabori un piano di miglioramento estetico, accorgimenti in grado di attutire almeno l’urto visivo del complesso. Hanno un’idea precisa, quelli di via del Giordano: la declina, prima di manifestarla anche all’amministrazione comunale, la stessa Arata. «Ci piacerebbe che fosse presa in considerazione la possibilità di abbellire quell’obbrobrio con una sorta di giardino verticale: l’altezza per farlo c’è, pensiamo possa essere una bella occasione».
Da sfruttare con tre obiettivi: «Abbellirebbe l’insediamento mitigandone l’impatto e sarebbe un valore aggiunto per l’estetica di tutto il quartiere e del market stesso — definisce il primo per poi elencare gli altri, la presidente del comitato —. Attutirebbe l’effetto isola di calore che tutto quel cemento certamente avrà e potrebbe avere un senso anche sul fronte della lotta allo smog. Per finire, potrebbe diventare un modello attrattivo, una novità capace di creare consenso». Spegnendo il dissenso che, invece, da oltre un mese attraversa il quartiere. Verticalmente.
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