L'ANALISI
10 Novembre 2022 - 09:07
CREMA - È stata la mano del destino a illuminare la stella... Michelin. Perché quello di Crema non era certo tra gli indirizzi in evidenza nella mappa mentale di Michele Minchillo, chef globetrotter di natali foggiani passato dall’Alma di Colorno e dal ristorante dello sceicco di Dubai, che da due giorni è entrato nel gotha della ristorazione italiana con il «lasciapassare» della più autorevole e influente guida gourmet al mondo.
La stella nascente di Vitium è apparsa nel cielo cremasco poco più di tre anni fa: «Venivo da un’esperienza di straordinaria intensità a New York City, nella cucina dell’Aska, ristorante a due stelle del quartiere di Williamsburg — racconta Minchillo —. Avevo deciso di avviare la carriera imprenditoriale, aprendo un locale tutto mio. Il caos della vita metropolitana mi aveva convinto a puntare su una località defilata, a misura d’uomo. Ho valutato numerose proposte, sparse in tutto il Nord Italia, ma quando ho varcato la soglia di via Ginnasio sono stato immediatamente investito dalla magia. Vitium è nato dalla miscela fra incanto dell’istante e lungimiranza imprenditoriale».
Tre giri di calendario più tardi — e dopo aver attraversato il mare tempestoso dell’emergenza pandemica — lo chef 29enne è riuscito ad appuntarsi al petto le stella più luminosa del firmamento ristorativo.
«Your place, your vitium», recitano i led blu che pulsano nella penombra del ristorante. Il claim che accoglie i clienti, nella fusione fra inglese e latino, racchiude le ispirazioni e le aspirazioni del piccolo principe dei fornelli: «Da sempre mi intrigano il mood nordico e le tendenze underground — dice Minchillo —. Allo stesso tempo, però, subisco il fascino dell’antico. Per questo ho scelto il nome Vitium: il latino suona seducente, è un invito alla scoperta. E la buona tavola, ovviamente, è il mio vizio».
Luci basse, travi di legno, pareti grigio scuro, tavoli neri dagli spigoli netti e morbide sedie in tessuto turchese: il regno di Minchillo è una bomboniera dallo stile minimal contemporaneo.
«Per una realtà come Crema, forse è stato un azzardo. Ma vincente», osserva lo chef, mentre ripercorre i tre anni abbondanti vissuti tra alti e bassi. «All’inizio le difficoltà sono state tante — spiega —. Ricordo le serate con due sole persone nel locale... Certo, capisco che non sia semplice familiarizzare con un ristorante di ricerca da 25 posti a sedere guidato da uno chef-ragazzino. Tant’è vero che meno della metà dei miei clienti abituali è cremasca. Eppure io non ha fatto alcuna fatica ad innamorarmi della città. Lo dimostra il piatto-signature di Vitium, sempre presente in menu: il raviolo ripieno di ragù alla genovese con crema di salva, riduzione di cipolla caramellata e mostarda di fichi».
Un aperto omaggio alla terra in cui Minchillo ha scelto di mettere radici. Ma nella carta, che varia quattro volte all’anno assecondando il ritmo delle stagioni, c’è un piatto in particolare che ha mandato in brodo di giuggiole gli specialisti della Michelin: la cacio e pepe.
«Già, sembra strano — commenta chef Minchillo con un sorrisetto compiaciuto —. È stata proprio una salsa basica della tradizione a conquistare il palato esigentissimo degli ispettori della guida».
Il maestro under 30 della cucina, però, sa bene che è un altro il vero ingrediente che gli ha permesso di spalancare le porte dell’empireo della ristorazione: «La voglia di spaccare tutto e la capacità di non arrendersi mai — dice —. Devo un grande grazie a mio padre, che mi ha sostenuto anche nei momenti più bui, e ai miei due fidati collaboratori, Jacopo Vico in sala e Lorenzo Mastroianni in cucina». È anche merito loro se la ricetta di Vitium è diventata perfetta.
Intanto, a poche ore dall’attribuzione della stella, il telefono del ristorante di via Ginnasio ha iniziato a squillare a ripetizione e le prenotazioni sono letteralmente esplose: «Sì, l’effetto è stato istantaneo, così come immediati sono arrivati i complimenti dei clienti più affezionati — ammette Minchillo —. Spero e credo che l’intero sistema cittadino possa trarre vantaggio da questo prestigioso riconoscimento: un traino fenomenale per il ristorante e una importante scossa per tutta Crema».
Un messaggio che lo chef invia direttamente ai vertici della città: «Sono aperto alle collaborazioni e pronto a mettere le mie competenze e la mia esperienza al servizio del territorio. Voglio aiutare il settore ristorativo a crescere attraverso la formazione dei giovani talenti della cucina. Uno dei miei sogni è quello di diventare insegnante».
Oltre a quello di conquistare la seconda stella. «Oggi parte il vero Vitium — afferma Minchillo —. Ho impostato il locale in modo che sia degno della Michelin: il percorso è appena cominciato».
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