L'ANALISI
08 Novembre 2022 - 17:48
CREMA - Si trova in centro in un palazzo del Duecento, opera di uno chef che di cremasco ha poco – è pugliese – ma si è innamorato della città e della sua gente. Il ristorante Vitium di via Ginnasio 4, ha portato in città la stella Michelin. È tra le new entry della guida 2023, presentata oggi pomeriggio. Al timone c’è Michele Minchillo: da Monopoli è sbarcato in città tre anni fa.
Ha scelto come location quella che già era la sede di un ristorante noto della città, il «Botero», a suo volta trasferitosi in via Verdi, davanti al mercato coperto. Senza mezzi termini, il giovane chef pugliese ha deciso di puntare sulla qualità assoluta, un ristorante gourmet per un’esperienza da ricordare, un luogo intimo dove mettersi in contatto con le proprie emozioni. Piatti con pochi richiami alla tradizione cremasca o natia, ma che tracciano nuove strade, seguendo la visione dello chef. «I miei piatti – racconta – nascono dalla mente: ricordi, esperienze, scintille di un futuro tutto da scrivere. Non ci sono regole immutabili, né muri invalicabili. Da noi è bandita ogni forma di banalità, conservando lo spirito di piatti tradizionali si viaggia in giro per il mondo tra sapori che non si sono mani gustati».
Una cucina sperimentale in equilibrio tra tecnica e sentimento, dove la materia prima è al centro. Stagionalità e lotta agli sprechi i valori fondanti. L’obiettivo è fornire un’esperienza totale che abbraccia anche la panificazione. «Anticipiamo le tendenze, evitiamo i cliché – prosegue Minchillo – il domani è figlio di quello che facciamo oggi: costanza, impegno, dedizione. Di quello che siamo stati, siamo e saremo e delle emozioni non perderemo mai il Vitium». Non mancano i sapori da paesi lontani, per piatti che vengono presentati come piccole opere d’arte. Nonostante il grosso ostacolo rappresentano dal Covid, che praticamente dopo sei mesi dal via ha costretto il ristorante, come tutti gli altri, ad un lungo stop, nell’ultimo anno e mezzo Vitium si è imposto all’attenzione dei buongustai.
Certo non è un ristorante alla portata di tutte le tasche, ma, come si dice, il gioco vale la candela. Due menu degustazione, oppure piatti alla carta. Il Vitium si compone di cinque portate (60 euro a persona), l’In-contro di sette (85 euro). Per ognuno possibilità di abbinare quattro o sei vini (altri 40 o 55 euro a testa). Queste alcune proposte alla carta: tra gli antipasti alici marinate con limone, Primo sale e pane aromatico; polpo alla cacciatora e daikon; Manzo con cozze, aneto e wasabi. Per i primi riso con topinambur, pollo, nocciole e aglio nero; ravioli con ragù alla genovese, Salva cremasco e mostarda di zucca; cacio e pepe gamberi e lime. Come secondi pescato con zucca alla brace e cavolfiore; maiale iberico con nduja, burrata e cavolo cinese. Tra i dolci il babbà con nocciola caramellata e arancia; zabaione freddo con pistacchio, sedano e liquirizia. Cantina super fornita, e non potrebbe essere altrimenti per chi punta all’eccellenza assoluta.
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