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Maria Chiara Gadda (Italia Viva): «Agricoltura settore trainante della transizione»

La deputata uscente della commissione agricola e candidata di Italia Viva ospite in redazione risponde alle domande del direttore Marco Bencivenga

La Provincia Redazione

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redazioneweb@laprovinciacr.it

20 Settembre 2022 - 18:28

CREMONA - Maria Chiara Gadda, deputata uscente della commissione Agricoltura e candidata alle elezioni del 25 settembre con Italia Viva, è ospite nella redazione de La Provincia e risponde alle domande del direttore Marco Bencivenga.

Questa è una provincia con una forte vocazione per il comparto agroalimentare. Ci vuole dire quali sono i punti su cui si vuole impegnare, in particolare per quanto riguarda l'agricoltura?

«Noi dobbiamo cambiare approccio nei confronti dell'agricoltura, che spesso viene descritta come settore produttivo che ha impatti negativi sull'ambiente, quando invece è proprio il settore trainante della transizione digitale e sostenibile. In una provincia come questa credo si debba parlare di agricoltura, per esempio, nell'ambito del famoso mix energetico: biogas, biometano, agrivoltaico danno proprio la declinazione di quello che è il ruolo dell'agricoltura. Servono anche politiche di filiera, per tutti i comparti agricoli. Il nostro Paese ha un'altra priorità oltre all'energia: non c'è agricoltura se non c'è acqua. Quindi bisogna fare manutenzione della rete, bisogna fare gli invasi e bisogna fare attenzione al benessere del Po cercando di prevenire i cambiamenti climatici che lo fanno soffrire».

«Credo che l'agricoltura - continua - sia l'ambito in cui la transizione digitale e l'innovazione abbiano un ruolo strategico. Un esempio è l'agricoltura di precisione. Bisogna investire su questo. Non si può fare agriturismo nelle zone rurali o di montagna se non si possono garantire i servizi tecnologici e la connettività. C'è tanto da fare dal 26 settembre".

Scendendo nello specifico della provincia di Cremona: «Si dovrebbe passare da un concetto di tutela a un concetto di gestione della fauna selvatica, sia per i rapporti con gli enti locali, ma, soprattutto, per prevenire la diffusione della peste suina. Questa provincia ha nel suinicolo made in Italy un settore strategico, perciò va tutelato».

Lei ha già una frequentazione con Cremona. Sentendo la parola Cremona qual è la prima cosa che le viene in mente?

«Oltre all'agricoltura e alla filiera mi viene in mente l'industria e la cultura».

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