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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Fibrillazione atriale: il rischio è l'ictus

Il dottor Danzi, direttore della UO di Cardiologia: «Circa il 5% delle persone tra i 65 e i 75 anni ne soffre. E sopra gli 85 anni la percentuale sale al 20%». Attenzione a ipertensione, diabete e obesità

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

17 Luglio 2022 - 05:20

CREMONA - Torna l’appuntamento settimanale con la rubrica «Il medico risponde». Protagonista di questa puntata è il dottor Gianbattista Danzi, direttore dell’Unità operativa di Cardiologia dell’Ospedale di Cremona.

«La fibrillazione atriale è l’aritmia più frequente riscontrata nella popolazione e gravata da una mortalità e morbilità elevate - spiega il dottor Danzi -. È una aritmia desincronizzata, dove l’attività elettrica è caotica, comportando così una riduzione del 20-30% della performance cardiaca».

La fibrillazione atriale può essere parossistica - se capita una volta ogni tanto e passa anche spontaneamente - oppure persistente se dura più di sette giorni o permanente».

I SINTOMI PIU' COMUNI

«La sensazione che la maggior parte dei pazienti avverte è quella di una palpitazione aritmica, principale sintomo che può insorgere improvvisamente - chiarisce il dottor Danzi -. Poi c’è tutto un corteo di sintomi che può includere le vertigini, lo svenimento, l’affanno quando si fanno gli sforzi. E non si riesce più a fare ciò che si faceva prima».


Ma la complicanza principale è l’ictus. Così come sottolinea il dottor Danzi «chi ha la fibrillazione atriale ha il rischio di avere un ictus cinque volte maggiore di quello della popolazione normale».

Circa il 5% delle persone tra i 65 e i 75 anni soffre di fibrillazione atriale. E sopra gli 85 anni la percentuale sale al 20%.
Per prevenire la fibrillazione atriale bisogna stare attenti all’ipertensione, all’obesità, al diabete, all’insufficienza renale e ad alcune cardiopatie. «Oltre alla correzione degli stili di vita, vengono somministrati i betabloccanti oppure nei casi di episodi frequenti anche dei farmaci antiaritmici. La terapia che tutti i pazienti con un’età superiore a 65 anni e alcuni fattori di rischio devono fare è quella anticoagulante proprio per ridurre il rischio dell’ictus» conclude il dottor Danzi.

La video rubrica dedicata alla salute - in collaborazione con l’Asst di Cremona - tratta tutte le settimane un argomento specifico con l’aiuto di uno specialista. Informazioni sull’Unità operativa di Cardiologia sul sito (www.asst-cremona.it).

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