L'ANALISI
LA GUERRA DI PUTIN: IL VIDEO
11 Marzo 2022 - 05:00
CICOGNOLO - Appena ha capito che la situazione stava precipitando, è partita dall’aeroporto di Bergamo per arrivare fino al confine con la Polonia. Lì, ha incontrato la figlia Oxana e i due nipoti, Michael e Nataly, di 14 e 12 anni. Un abbraccio infinito. In macchina hanno attraversato boschi e strade impervie fino a quando il loro viaggio è giunto a destinazione, in provincia di Cremona, a Cicognolo. La signora Luba Yakyrichuk è in Italia da 20 anni, 15 dei quali passati a Cicognolo, presso l’hotel Pilgrim’s dove lavora. Il suo racconto, insieme a quello della figlia e dei nipoti, è di quelli che spaccano il cuore: parole precise, la voce ferma, spezzata solo dalle lacrime e dal dolore dentro l’anima.
Vivono insieme a Cicognolo, in un appartamento dell’hotel. I divani trasformati in letti, si arrangiano come possono, ma stanno bene. «Voglio ringraziare il signor Pellegrini — dice Luba —, proprietario di questo hotel. Mi ha accolta come una di casa, mi ha aiutata sempre e anche in questo momento ha supportato il mio impegno. Ringrazio anche la direttrice, Alessandra Cattaruzzi, che mi ha aiutata in tutti i modi. Ho lasciato l’Ucraina tanti anni fa, mai avrei immaginato che la mia gente potesse vivere una situazione come questa». La figlia Oxana, mamma dei due ragazzi, continua: «Ci siamo svegliati una mattina a Lutsk (zona Ovest dell’Ucraina) con la terra che tremava, il frastuono delle esplosioni. Pensavo ad un incidente, ma i miei figli hanno subito capito. Immediate le lunghe code in strada, la gente che fuggiva e che cercava un distributore. Non sapevamo come muoverci, finché dall’Italia è arrivata la telefonata di mamma: venite via subito. Abbiamo capito e siamo partiti».
Oxana, attraverso vari passaggi, è arrivata fino al confine polacco, dove la madre la stava raggiungendo. Quasi 500 chilometri, con i due figli in macchina. Due giorni e due notti, sempre in auto, con lunghe soste, al freddo. Poi fino a venti ore di attesa per coprire 4 chilometri. Fino all’incontro con la signora Luba che così ha potuto riabbracciare figlia e nipoti. «Dalla Polonia siamo partiti sabato alle 7 di mattina e siamo arrivati in tarda serata, poco prima di mezzanotte. Mio figlio mi ha accompagnata con il navigatore del telefono. Oggi siamo qui, al sicuro. Mio marito invece è rimasto in Ucraina: il nostro ristorante è stato trasformato in una specie di mensa per i militari e per i bisognosi».
Le due donne, madre e figlia, parlano a ruota libera: Luba traduce le frasi della figlia, i ragazzi ascoltano. Michael, il più grande, interviene: «Noi siano qui, ma il pensiero e il cuore sono insieme a mio padre, ai nostri amici, a tutto il popolo che sta combattendo e che si prepara a vincere. Sì, a vincere», ripete con un impeto che va ben al di là dei suoi 14 anni. Nataly ha lasciato le amiche e molti dei suoi sogni; ha perso anche molte delle sue speranze, tranne una, la più importante: «Spero di tornare presto a casa — dice, mentre luccicano i suoi occhi chiari come il vetro —. A scuola sono sempre andata molto bene, come mio fratello. Ora speriamo di poter fare lezione via web, sarebbe bello».
Fratello e sorella, giovanissimi, hanno dovuto interrompere anche la loro grande passione: la musica. Michael suona la fisarmonica a bottoni, ha già vinto anche dei premi. Nataly invece si dedica al pianoforte. «Se qualcuno potesse aiutarli — dice Danilo Piccioni, amico di famiglia di lunga data — sarebbe molto importante. Come? Procurando una fisarmonica a bottoni e un pianoforte, per il periodo in cui resteranno a Cicognolo». Infine, un pensiero per chi ogni ora rischia la vita. «Di sicuro il popolo russo è in gran parte contro Putin — conclude la signora Luba —. Spero che un giorno torneremo a vivere come fratelli, intanto penso a tutte le mamme, ucraine e russe, che vedono i loro figli morire per una guerra assurda».
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