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LA GUERRA DI PUTIN

Ucraina: «Diciamo no alla follia del dittatore»

Soresina promuove la pace: con le fiaccole in mano, a gridarlo, ci sono cittadini ucraini e cittadini italiani, ma anche immigrati di ogni nazionalità, il sindaco Vairani col parroco di San Siro don Angelo Piccinelli

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

09 Marzo 2022 - 18:52

SORESINA - Una città intera è scesa in piazza per dire «no» alla follia di Putin, per chiedere al dittatore, anche attraverso le preghiere, di fermarsi. Di far tornare i suoi soldati a casa.

Con le fiaccole in mano, a gridarlo, ci sono cittadini ucraini e cittadini italiani, europei senza distinzioni, ma anche immigrati di ogni nazionalità e c’è anche il sindaco Diego Vairani col parroco di San Siro don Angelo Piccinelli.

Ci sono i volontari di tutte le associazioni, c’è Abbracciaperte con la sua bandiera che sventola accanto alla blu e gialla del paese invaso, c’è anche quella di una Pace che sembra lontana. 

Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra, per esempio la guerra

LE PAROLE DI GIANNI RODARI.

La fascia tricolore affida il suo appello alle parole di Gianni Rodari e gli altoparlanti del municipio le fanno riecheggiare in piazza: «Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra, per esempio la guerra.  E Soresina – aggiunge di suo pugno – ripudia la guerra, ogni guerra. Soresina promuove la pace. Non chiuderemo gli occhi e accoglieremo, come dice la nostra Costituzione, chi ha bisogno grazie all’aiuto dei cittadini. Lo faremo e avremmo sempre dovuto farlo, anche in passato». E tra il dire e il fare stavolta non c’è di mezzo il mare. Sette profughi hanno già trovato un tetto in paese e gli uffici hanno anche attivato per loro uno sportello d’ascolto.

Commozione, emozione, lacrime, rabbia, gioia, sorrisi. Tutte le emozioni che una guerra e la successiva mobilitazione per aiutare le vittime possono suscitare fanno capolino nella città dove, si vede una volta di più, «non si dicono le bugie». E infatti, si fa sul serio.

PRESIDIO ORGANIZZATO DAL COMUNE.

Il presidio per la pace, organizzato dal Comune, si è tenuto davanti al municipio in piazza Marconi. Le fiaccole, rinominate Candele della Speranza, si accendono una a una mentre il monsignore e il sindaco ricordano le atrocità del passato che sembrano essere tornate attuali.

Chi è venuto i cartelli se li è fatti in casa, da sé, senza che nessuno lo chiedesse. Una bimba ha scritto in inglese ‘Peace’, un ragazzo ‘Stop War’, una donna regge un foglio che chiede di «dare alla pace una possibilità». I fotografi scattano e riprendono pure coi droni per rilanciare tutto su internet anche se presto il messaggio così, in Russia, non potrà più arrivarci.

(FOTOGALLERY: MARCELLO E SIMONE BARBUTO)

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