L'ANALISI
09 Marzo 2025 - 05:25
CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è la dottoressa Sara Tedeschi, ginecologa della UO di Ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Cremona.
Cos'è la sindrome dell'ovaio policistico?
«La sindrome dell'ovaio policistico è una condizione endocrino-ginecologica molto comune, che colpisce circa una donna su dieci in età fertile. La diagnosi si basa su tre parametri principali: l’irregolarità del ciclo mestruale, l’eccessiva produzione di androgeni, che può causare peluria, acne e caduta dei capelli, e l’aspetto ecografico delle ovaie, caratterizzato da numerosi follicoli disposti alla periferia. Tuttavia, il parametro ecografico è il più controverso, soprattutto nelle adolescenti, per cui si preferisce non utilizzarlo in giovane età. Nelle donne adulte, invece, bastano due criteri su tre per confermare la diagnosi».
Come si presenta e quali sono gli aspetti clinici tipici?
«Le manifestazioni possono variare da casi evidenti a forme più lievi. Spesso la sindrome si presenta con sovrappeso, peluria eccessiva, acne e caduta di capelli, oltre a cicli irregolari. Tuttavia, ci sono donne normopeso con sintomi meno marcati, rendendo la diagnosi più difficile».
Quali sono i correlati della sindrome dell’ovaio policistico?
«Questa sindrome è associata a un aumentato rischio metabolico, con predisposizione a ipertensione, alterazioni dei lipidi e resistenza insulinica, che può portare al diabete. Le donne affette hanno anche un rischio maggiore di complicanze in gravidanza, come ipertensione e diabete gestazionale, e possono incontrare difficoltà nel concepimento a causa dell’ovulazione irregolare. Inoltre, gli aspetti estetici e riproduttivi possono avere un impatto psicologico significativo, aumentando il rischio di ansia e depressione».
Che cosa si può fare per trattarla?
«Il trattamento richiede un approccio multidisciplinare. Un’alimentazione sana e l’attività fisica regolare sono fondamentali per migliorare il metabolismo e ridurre la resistenza insulinica. In alcuni casi, si possono utilizzare integratori come l’inositolo e l’acido lipoico oppure farmaci come la metformina. Per regolarizzare il ciclo e ridurre gli effetti degli androgeni, viene spesso prescritta la pillola estroprogestinica o, quando necessario, farmaci antiandrogeni. Per le donne che desiderano una gravidanza, è importante ottimizzare il quadro metabolico e, se necessario, ricorrere a terapie per indurre l’ovulazione. Infine, il supporto psicologico può essere utile per affrontare le implicazioni emotive della sindrome.
La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia e sul suo canale YouTube.
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