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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Protesi di ginocchio, i benefici: quando e come intervenire

Il dottor Daniele Casalini, ortopedico dell'UO di Ortopedia e traumatologia dell'Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore dell'Asst di Cremona: «Soluzione chirurgica in caso di gonartrosi avanzata, patologia degenerativa delle cartilagini articolari»

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

23 Febbraio 2025 - 05:25

CASALMAGGIORE - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Daniele Casalini, ortopedico della UO di Ortopedia e traumatologia dell’Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore dell’Asst di Cremona.

Che cosa si intende per protesi di ginocchio?
«L'intervento di protesi di ginocchio è indicato nei casi avanzati di gonartrosi. Questa patologia porta a dolore, limitazione funzionale e tumefazione, influenzando le attività quotidiane. Se le terapie conservative non sono efficaci, si valuta l’intervento chirurgico. Una visita ortopedica e una radiografia stabiliscono la necessità dell’operazione, con eventuali esami di approfondimento come TAC o risonanza magnetica».

Quanti tipi di protesi di ginocchio esistono?
«Le protesi si distinguono in monocompartimentali e totali. La prima sostituisce solo il compartimento danneggiato, preservando i legamenti crociati e garantendo una sensazione più naturale. È meno invasiva, ma indicata solo in specifici casi. La protesi totale sostituisce l’intera articolazione ed è indicata in caso di gonartrosi diffusa. Entrambe offrono ottimi risultati in termini di funzionalità e scomparsa del dolore».

Che cosa succede dopo l'intervento e quali sono i tempi di recupero?
«Dopo l'intervento, il paziente rimane ricoverato per alcuni giorni. La fisioterapia inizia subito con esercizi passivi e attivi. Già dal giorno successivo si avvia la rieducazione alla deambulazione. La ferita viene medicata regolarmente e i punti rimossi dopo circa due settimane. La riabilitazione prosegue dopo la dimissione con fisioterapia domiciliare o ambulatoriale. La protesi monocompartimentale consente un recupero più rapido, ma la riabilitazione dipende da fattori come la persistenza del dolore e la motivazione del paziente».

Come ha influito lo sviluppo tecnologico negli ultimi anni in questo campo?
«La tecnologia ha rivoluzionato la chirurgia protesica, in particolare con l’uso della chirurgia robotica, già adottata in alcuni centri specializzati. Un software analizza i dati e le immagini TAC del ginocchio da operare, aiutando a definire le modifiche necessarie. Durante l’intervento, un braccio robotico guida il chirurgo nell’esecuzione dei tagli, aumentando la precisione e riducendo il margine di errore. Inoltre, è possibile utilizzare protesi personalizzate, progettate su misura per ginocchia con alterazioni anatomiche dovute a traumi o fratture, rendendo il trattamento più efficace nei casi complessi».

La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia  e sul suo canale YouTube.

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