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La rivolta tunisina e un’amicizia che va oltre i confini

Libertà, l’emozione vola come una farfalla

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

08 Agosto 2014 - 14:58

Libertà, l’emozione vola come una farfalla
Francesca Bellino
‘Sul corno del rinoceronte’
L’asino d’oro
250 pagine, € 12

Raccontare sotto forma di romanzo, con la suspense e i tempi di un film, e attraverso l’amicizia di due donne, molto diverse tra loro, una italiana e una tunisina, che si incontrano per caso, la rivolta tunisina e la cacciata del dittatore Ben Alì. ‘Sul Corno del Rinoceronte’ di Francesca Bellino (scrittrice, giornalista e reporter di viaggio) è un romanzo, dedicato a tutte le donne che sono partite e ambientato tra Italia e Tunisia. La storia ruota attorno all’intensa amicizia tra Mary, giovane antropologa italiana, e Meriem, tunisina, immigrata in Italia per amore e in fuga dal patrigno autoritario. Molto diverse tra loro ma accomunate dallo stesso coraggio, le due protagoniste cercano e trovano, ciascuna a suo modo, la propria identità e la propria affettività. Dopo la morte di Meriem, Mary arriva a Tunisi per partecipare al suo funerale. È sconvolta e disorientata, ma sa che per raggiungere Kairouan, la città natale dell’amica, deve prendere un taxi. Così, sale sul primo che trova. Il tassista Hedi diventa per lei una sorta di Virgilio: con lui Mary attraversa un paese in equilibrio precario tra festa e rivoluzione, speranze e proteste, nel pieno degli sconvolgimenti politici successivi alla liberazione dalla dittatura. Durante il viaggio, si alternano al presente i ricordi di Mary, momenti della vita a Roma con Meriem e della vacanza a Kairouan dove si è innamorata di Faruk, affascinante calligrafo. Rivelandosi gradualmente a se stessa, Mary prenderà coscienza dei propri limiti e attuerà la propria rivoluzione. «Fuori dal taxi echeggiano ancora i rumori della rivolta. L’aria è densa a causa del fumo dei gas lacrimogeni e della spazzatura bruciata. Ai canti striduli delle donne seguono slogan intonati da uomini e voci rese metalliche dai megafoni. Tra i palazzi bianchi e i falò di immondizia i giovani si stancano di chiedere giustizia, nè di festeggiare l’inizio della nuova era. Nei loro occhi arde un fuoco, quel fuoco sacro di chi è pronto a rischiare la pelle per ottenere ciò che gli spetta ma a chi stanno parlando quei giovani? Sono pronti a vivere la libertà?». E ancora: «Rannicchiata con il cuore che rimbomba in ogni angolo del corpo, penso a quando ero bambina e i miei genitori mi lasciavano sola a casa(...) Mi spogliavo e, nuda cantavo e e saltellavo in tutte le stanze. Mi sentivo una farfalla, bella e leggera. Mi dico che forse i tunisini stanno vivendo la stessa emozione...».

di Nicoletta Tamberlich

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