L'ANALISI
22 Luglio 2014 - 12:36
Zibello (PR) - ex convento dei Padri Domenicani, ore 21.30
ZIBELLO (Parma) — Il Grande fiume 2014 — il festival curato da Luigi Ronda e sostenuto dai paesi rivieraschi Stagno Lombardo, Zibello e Polesine Parmense — parte martedì 22 luglio alle 21,30, aspettando il buio, presso l’ex convento dei Padri Domenicani con Io, Fiordipisello, libera riscrittura di Tim Crouch dal "Sogno di una notte di mezza estate", nella messinscena di Fabrizio Arcuri con Matteo Angius. La possibilità di rileggere le grandi opere di Shakespeare, nel 450° della nascita, e scoprire che il drammaturgo anglosassone aveva previsto il tramonto dell’Occidente, già alla fine del XVI secolo.
«L’idea è nata da Tim Crouch che ha riscritto alcuni dei capolavori di Shakespeare: Sogno di una notte di mezza estate, Macbeth, La Tempesta, la Dodicesima notte e il Giulio Cesare dal punto di vista di personaggi che nei singoli testi hanno una battuta o sono decisamente secondari. Mi ha mandato i testi, li ho letti, mi sono parsi interessanti».
Quale la molla che l’ha spinta a metterli in scena?
«Per ora abbiamo realizzato Fiordipisello, Banquo e Cinna, a settembre metteremo in scena Caliban, poi toccherà a Malvolio. I testi hanno una loro autonomia, ma rappresentano anche uno spaccato interessante di quanto in Shakespeare ci sia la descrizione della situazione di declino, di crisi che stiamo vivendo in questi anni. C’è il nostro mondo, ci sono gli interrogativi che ci inquietano».
Ad esempio?
«In Io, Banquo si parte dal semplice interrogativo: Che avresti fatto al suo posto? Ovvero come ci si comporterebbe di fronte alla possibilità di acquisire potere in maniera semplice, immediata e magari in modo eticamente discutibile? ».
Mentre in Io, Fiordipisello?
«C’è di mezzo la corruzione delle relazioni, c’è in pallio l’amore, i sentimenti. Fiordipisello ha una sola battuta nel testo, ma nella riscrittura di Tim Crouch gli spettatori troveranno tutto il Sogno di una notte di mezza estate, anzi contribuiranno a raccontare il Sogno.
In che senso?
«Beh, in scena c’è solo Fiordipisello e per raccontare e realizzare lo spettacolo c’è bisogno di altre otto persone che pescheremo dal pubblico ».
E l’esito quale è?
«Inutile dire che ogni sera tutto dipende dalla disponibilità del pubblico che insieme a Matteo Angius contribuisce al racconto della pièce di Shakespeare, tanto complessa, quanto affascinante. Fiordipisello ha una sola battuta, ma è colui che conosce., prevede e sa gli esiti della vicenda. La sua impossibilità di intervenire nella vicenda fa sì che chieda aiuto al pubblico, agli spettatori che a suo modo divengono attori dello spettacolo».
Lei con la sua compagnia l’accademia degli Artefatti aprirà il festival sul Po e chiuderà la kermesse con Io, Banquo...
«Se come dicevo in Io, Fiordipisello sono in gioco le relazioni, in Io, Banquo il tema è il potere e la liceità della sua assunzione. Banquo è partecipe della profezia delle streghe, avrebbe potuto agire, ma è stato testimone inutile, perché messo a tacere e ucciso. Nella forma di fantasma tenta di ricomporre i segni della violenza e lo farà con la partecipazione degli spettatori il prossimo 31 luglio».
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