L'ANALISI
08 Luglio 2015 - 14:41
Gualtiero De Santi
‘Ritratto di Zavattini scrittore’
Imprimatur
588 pagine, € 25
Professione: scrittore. Questo era ciò che appariva nel passaporto di Cesare Zavattini, quasi a sancire una vocazione e un’identità, più che un mestiere: è sull’analisi dell’uomo di lettere che si concentra l’accurata ricerca di Gualtiero De Santi in ‘Ritratto di Zavattini scrittore’. «La figura cinematografica e pubblica di Zavattini come padre del Neorealismo si è sovrapposta all’altra, quella di scrittore, che è passata in secondo piano», dice De Santi, «per questo ho voluto rimettere al centro il suo ruolo di letterato, con cui la cultura italiana non ha fatto i conti fino in fondo». Se appare chiaro il legame con Pasolini e Pirandello, è altrettanto importante la «relazione con Gomez de la Serna, Breton, i surrealisti, Kafka e Brecht», spiega De Santi, sottolineando la creatività prorompente di questo assoluto protagonista della cultura. Una creatività che per Zavattini era un approccio alla vita. «Il compito dell’intellettuale secondo lui era ridestare il poeta che è in ognuno di noi», afferma, «ecco perché egli affida alla scrittura la funzione di critica, di scoperta, di fantasia». Di qui la natura utopica della letteratura di Za (come lo chiamavano tutti), quasi come se le parole (prodigiose, magiche, piene di suggestioni e richiami) potessero modificare davvero la realtà.
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