L'ANALISI
Alla Canottieri Baldesio alle 17,30, tutti possono partecipare
24 Giugno 2015 - 13:06
Carlo Cottarelli
Cremona - canottieri Baldesio, ore 17.30
Incontro aperto al pubblico
Il cremonese Carlo Cottarelli, ex commissario alla ‘Spendin Review’ sarà sabato 27 giugno in città per partecipare a un incontro aperto al pubblico nel quale parlerà anche del suo nuovo libro dal singolare e significativo titolo ‘La lista della spesa’. Mondo Padano, in collaborazione con l’Associazione Industriali di Cremona e l’Ordine dei dottori commercialisti, ha organizzato l’incontro con l’autore proprio con l’intento di capire cosa era emerso dal suo studio e quali ‘ricette’aveva individuato per affrontare uno dei temi più delicati del Paese: la riduzione della spesa pubblica.
Presso la sede della canottieri Baldesio (ore 17.30), Carlo Cottarelli sarà intervistato dal giornalista Alessandro Rossi. Interverranno anche il presidente degli Industriali Umberto Cabini e il consigliere dell’o rdi ne dei commercialisti Andr ea Ferrari. «Il livello di spesa pubblica appropriato dipende anche da quanto un paese si può permettere. Non a caso, come motto per la revisione della spesa mi è stato suggerito un vecchio adagio cremonese: ‘Se se póol mìia, se fa sèensa’, ovvero: se non si può, si fa senza». Carlo Cottarelli, laureato a Siena e alla London School of Economics e ora direttore esecutivo al Fmi, è stato commissario straordinario per la revisione di spesa, nominato nell’ottobre del 2013 dall’allora premier Enrico Letta e giubilato nel novembre 2014 da Matteo Renzi. Nell’arco di quei 13 mesi ha passato ai raggi X la gigantesca spesa pubblica italiana, evidenziando come e dove è possibile tagliarla.
Non ha guardato in faccia nessuno, e anche questo gli è costato caro. Le grandi linee di questo suo lavoro incredibile lavoro sono ora alla portata di tutti: ha pubblicato per Feltrinelli ‘La lista della spesa, la verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare’, libro presentato proprio ieri, al Festival dell’Economia di Trento. Cinque le grandi aree prese in considerazione: la scarsa conoscenza della spesa pubblica, il confronto con la situazione degli altri Paesi, il futuro del debito pubblico, le grandi sperequazioni tra le diverse regioni italiane, i costi della politica. In generale, ammette l’economista cremonese, ridurre la spesa non è semplice: «Che ci siano difficoltà è indubbio, ma la cosa più difficile da fare è evitare i tagli lineari». Sulla sanità, ad esempio, ci sono ancora margini ma di «efficientamento», andando cioè a incidere solo sulle «Asl non efficienti». E’ possibile, insomma, «tagliare la spesa senza tagliare i servizi». Sul fronte della tassazione, ha aggiunto Cottarelli, «non si è riusciti a fare molto. Un po’si è fatto con 80 euro, ma si poteva fare molto di più se si fosse stati in un periodo di così bassa crescita».
C’è poi il problema della contabilizzazione degli 80 euro, considerati ora come spesa e non come taglio delle tasse, che ci penalizza nei confronti internazionali: «Spero si possa fare un po’ di chiarezza ridisegnando il provvedimento nel 2016», consiglia al governo Renzi. La ricetta Cottarelli, non è solo di scure: «Le aree di spesa per istruzione e cultura in Italia non sono certo troppo elevate e su di esse non abbiamo fatto proposte di risparmi», ha detto, sottolineando che «le spese per scuola e cultura vanno preservate» perché si tratta di investimenti che nel medio periodo «hanno effetti positivi per la crescita». Diverso il caso dei costi per la difesa, sui quali l’ex commissario aveva stimato «possibili risparmi per 2,5-3 miliardi. Ora è in corso una riforma della difesa ma a ‘r isparmi zero’ perché si riducono le spese per il personale ma se ne aumentano altre. Forse si potrebbe vedere di non aumentare le spese». Naturalmente ha affrontato anche il capitolo dei costi della politica: «E’ una leggenda metropolitana che abbiano creato il debito pubblico alto che abbiamo, perché si tratta complessivamente di 5 miliardi su 720 miliardi di spesa primaria.
Quindi il problema non è lì da un punto di vista quantitativo, ma si tratta di costi insopportabili, perché anche se sono piccoli sprechi riguardano privilegi che non dovrebbero esserci». Infine si è levato un sassolino dalle scarpe relativamente alle critiche su una delle sue proposte che aveva suscitato la maggiore curiosità: «L’ultima volta che sono passato sulla Roma-Fiumicino ho visto che i lampioni erano spenti, ho pensato ‘finalmente ’, ma poi ho letto che qualcuno aveva rubato i fili del rame... creando comunque un risparmio per la Pa». Con questa battuta è tornato dunque su uno dei suo ‘cavalli di battaglia’, la riduzione dell’illuminazione pubblica per tagliare la spesa pubblica. «Anche su questo ci sono state molte inesattezze. Io proponevo di usare una illuminazione efficiente, senza dispersioni e con lampadine efficienti. E poi proponevo appunto di spegnere un po’ di luci, ma non dove camminano le persone, nelle strade ad alta circolazione di automobili. Sulla Roma-Fiumicino si può andare a fari spenti visto che ci sono lampioni ogni 50 metri che utilizzano un mucchio di energia»
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