L'ANALISI
27 Giugno 2022 - 19:13
La salva di Francesca viene portata fuori dalla sua casa
CASALMAGGIORE - «È disperato per la morte della compagna della sua vita», ma al suo avvocato che gli ha spiegato perché la Procura lo ha iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi d’accusa di omicidio volontario, «un atto dovuto», Massimo Poli si è detto «sereno». E ha risposto: «Io non ho fatto niente. Facciano, giustamente, tutto quello che devono fare» per capire come sia morta la sua compagna Francesca Schizzi, 40 anni, dipendente dell’Asst di Cremona.
La notte di mercoledì scorso, Poli, 52 anni, rincasato nell’abitazione di via Corsica, l’ha trovata morta nella loro camera matrimoniale, distesa sul letto. E si è precipitato dai carabinieri. «Incidente domestico», l’ipotesi avanzata dalla Procura nel lungo giovedì degli accertamenti dei carabinieri.
Ma le risposte arriveranno dall’autopsia effettuata oggi. In mattinata, il sostituto procuratore, Chiara Monzio Compagnoni, titolare dell’indagine, ha consegnato il quesito a Elena Invernizzi, medico legale a Pavia, che dovrà accertare le cause della morte (la donna aveva un trauma cranico), «eventualmente i mezzi» e i tempi del decesso. Il consulente tecnico si è preso sessanta giorni.
«Noi abbiamo ritenuto che non ci sia bisogno di nominare un nostro consulente medico legale, perché quello incaricato dal pm è autorevole, perché la fattispecie è semplice. La casa è sotto sequestro, poi la restituiranno. Il sostituto procuratore lavora perché si accerti che non sia colpa di nessuno, una tragedia, però vuole essere giustamente sicura», ha commentato l’avvocato Carlo Alquati, che sabato scorso ha incontrato Poli e con il quale ha ripercorso la serata di mercoledì, così come il compagno l’aveva già raccontata agli investigatori quella notte in caserma.
Francesca e Massimo stavano insieme da anni, lei minutina, lui un omaccione. Francesca impiegata all’Asst, negli uffici in piazza Garibaldi, lui con la pensione di invalidità ottenuta dopo un incidente.
Intorno alle 22 di mercoledì, i due conviventi sono andati a prendere un gelato. Li hanno visti nel centro di Casalmaggiore. Poi hanno fatto ritorno in via Corsica. Al suo avvocato, Poli ha raccontato di essere salito in auto diretto a Parma, dove ha giocato a carte con gli amici. «Mi ha detto che la compagna lo ha salutato: ‘Mi raccomando, torna presto’», ha proseguito il legale.
Intorno alle due di notte, Poli è rincasato. «Mi ha riferito di aver trovato la convivente distesa sul letto matrimoniale, dalla parte di Poli. Lui l’ha scossa, non rispondeva, ha visto che aveva l’occhio assente, ha capito che era morta. Ed è entrato nel panico: ‘Che numero faccio, che numero non faccio, che numero faccio’. Casalmaggiore è un paese piccolo, era più comodo e più immediato andare dai carabinieri e così ha fatto».
Chi indaga ha cercato riscontri alla versione di Poli, ha scavato nella vita di coppia. «Una coppia normale», ha detto il legale. È stato setacciato l’appartamento, poi messo sotto sequestro, «ma non è emerso nulla di particolare».
Da allora, Poli si è trasferito in un B&B. «La sua famiglia gli è vicino, lo assiste», ha aggiunto l’avvocato Alquati, che ha sottolineato come «oggi (ieri per chi legge, ndr) in Procura non si sia presentato nessuno della famiglia della povera signora Schizzi. Ciò significa che non c’è alcun clima di sospetto».
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