L'ANALISI
05 Dicembre 2025 - 08:22
Simone Giacchetta e Davide Nicola
CREMONA - Ha battuto il Parma, ha steso la Fiorentina, ha pareggiato con il Verona e quindi ha affossato il Torino. Per il Lecce di Eusebio Di Francesco scontro diretto è sinonimo di punti. Quelli raccolti finora dai salentini sono tanti, pesanti ed essenziali per confermarsi in Serie A. Mettiamoci anche i pareggi con Bologna e Sassuolo per capire che è meglio spegnere alla svelta le luci del monday night di Bologna. Episodio spettacolare per una realtà come quella grigiorossa, ma da dimenticare alla svelta se non si vuole rendere indigesto il prossimo pranzo domenicale. Almeno questo è il compito che attende la squadra di Nicola, ma anche i tifosi sono avvisati: chi sogna un menù ricco allo Zini potrebbe rimanere deluso, perché contro il Lecce gli ingredienti del match saranno diversi e cambieranno anche gli appetiti.
Lo rimarca il direttore sportivo Simone Giacchetta. «Il concetto è proprio questo - dice il dirigente grigiorosso - occorre lasciare alle spalle Bologna e non azzardare alcun paragone, perché il successo di lunedì sera deve lasciarci delle certezze ma contro Lecce sarà tutta un’altra gara».
Giacchetta descrive cosa renderà molto tirato il prossimo turno.
«L’importanza della gara sposta gli equilibri. Il campionato che deve disputare la Cremonese è sempre quello: ogni gara sarà sofferta e ogni punto conquistato sarà oro. Parliamo poi di uno scontro diretto che non si deve perdere. Spesso chi gioca fuori casa mentalmente sente meno la pressione. Inoltre il Lecce è una squadra che gioca in Serie A da alcune stagioni, è strutturata e sa bene cosa significa affrontare uno scontro salvezza. La concentrazione deve rimanere alta dunque, perché anche la palla più innocua si trasforma in un pericolo. Per una squadra come la Cremonese è più facile mentalmente affrontare il Bologna. Nei confronti diretti invece subentrano altre sensazioni nei giocatori, ma non c’è dubbio che domenica giocheremo uno scontro importante e molto difficile».
Per capire che gara potrebbe andare in scena allo Zini, basterebbe ricordare che negli scontri diretti la Cremonese ha segnato pochissimi gol (3) rispetto alle sfide contro le big (13).
«Semplicemente - ribatte Giacchetta - perché gli scontri salvezza sono più tirati. Non stiamo parlando del ‘Clasico’ tra Real e Barcellona o del derby tra City e United, sfide in cui vincere è l’unica cosa che conta. Di fronte ci saranno due squadre che non vogliono prendere gol, alle quali va bene anche il punto e che giocano sul particolare. Per non sbagliare, si deve partire dal giusto atteggiamento mentale».
La squadra di Nicola deve dunque dimenticare Bologna, ma è chiaro che quella vittoria ha aggiunto qualcosa in più al bagaglio di esperienza del gruppo.
«La Cremonese dallo scorso agosto è una squadra tutta nuova, che sta seguendo un bel percorso. Dall’amichevole con la Reggiana alla gara di Coppa Italia contro il Palermo, per finire all’esordio con il Milan e così via fino a Bologna, il gruppo è cresciuto tantissimo come prestazioni sul campo. Gioca insieme da poco tempo e ha ancora ampi margini di crescita. Onestamente le prestazioni le abbiamo sempre fatte. Abbiamo subito tanto contro Verona e Inter, ma per il resto abbiamo sempre giocato delle buone gare anche nelle sconfitte contro Juventus, Pisa e Roma».
Intanto Nicola ha vinto a Bologna con la stessa squadra che arrivava da tre sconfitte consecutive: c’era il solo Pezzella come novità.
«Ricordo che da due mesi a questa parte la formazione per certi versi era quasi obbligata a causa degli infortuni. Adesso Nicola sta recuperando i giocatori con una gestione attenta. Pezzella a Bologna non era ancora al meglio e lo si è visto a un certo punto della gara. Zerbin ha rimesso piede in campo, Sanabria sta tornando al massimo della condizione».
Bello rivedere in campo giocatori che fino a due mesi fa erano titolari fissi, ma intanto altri elementi raccolgono i frutti della loro crescita: vedi Payero e Barbieri.
«Payero resta un giocatore importante per la Cremonese, doveva solo trovare continuità a livello di salute fisica, ma ha qualità che per noi sono importanti. Barbieri si sta confermando un elemento importante perché ha una qualità di rendimento elevatissima».
Il rovescio della medaglia, che aggiunge ulteriore difficoltà, è la percezione che ora avranno tutti nei confronti della Cremonese.
«L’avevo detto e mi ripeto. Tempo fa, avevo detto che la nostra posizione in classifica era una eccezione e ribadisco che la Cremonese sta andando oltre ogni aspettativa rispetto a quanto indicavano gli addetti ai lavori. Questo non deve saziarci. La Cremonese ora troverà molte più difficoltà perché mentalmente non verrà più trattata come una avversaria qualunque. Noi dobbiamo restare operai del calcio e dimostrare che meritiamo di stare nella grande azienda della Serie A. Se ci presentiamo in campo con giacca e cravatta allora abbiamo terminato il nostro percorso e questo non è più il nostro posto. Alla base di tutto deve restare l’umiltà, l’importanza degli allenamenti svolti con cuore e mentalità. Oggi in modo silenzioso stiamo dimostrando che non partiamo più come quelli deboli».
Guardando il calendario Lazio e Napoli sono le due big che mancano all’appello. Restano da giocare gli scontri diretti con Lecce, Torino, Fiorentina e Cagliari.
«Non guardiamo il calendario, perché noi siamo al primo anno di Serie A e non possiamo distinguere tra big e piccole. Per noi sono tutte big, perché hanno tutte un vissuto superiore al nostro, sono più mature nell’affrontare il campionato. È un tranello distinguere le big dalle cosiddette piccole, perché siamo noi i più piccoli di tutti, ma guardiamo con rispetto chiunque. Per noi l’attenzione è uguale contro tutti, anzi molto di più proprio in questi scontri salvezza. Quando avremo chiuso il girone di andata potremo capire bene o male il livello a cui possiamo appartenere e affrontare il resto».
La sfida con il Lecce potrà proporre anche il confronto tra la vecchia volpe Vardy e il promettente Camarda.
«Sono giocatori che stanno seguendo percorsi differenti, ma i due hanno lo stesso entusiasmo. Camarda è all’inizio di un percorso che sarà pieno di soddisfazioni, mentre Vardy vive una fase nuova della sua carriera che ha già raccolto tanti successi. Eppure ha lo stesso entusiasmo di un ragazzino. Quello e la sua mentalità mettono in secondo piano l’aspetto anagrafico. Permettetemi però di ricordare che la Cremonese non è solo Vardy, perché è composta da un gruppo di giocatori che si stanno dimostrando di alto livello come ragazzi».
Nicola parla spesso di qualità nel fare le cose.
«La qualità è un concetto molto vasto, non bisogna pensare solo alla giocata. Per me qualità in questo gruppo significa restare concentrati per non sbagliare le cose semplici. Se spostiamo il discorso qualitativo sulla tecnica qualche giocatore grigiorosso ne ha da vendere».
Il risultato di Bologna, sommato agli altri, ha anche alimentato ulteriormente gli elogi nei confronti di Nicola, la cui mano si nota.
«Il lavoro dell’allenatore è prevedere cosa potrebbe accadere durante la gara: Nicola vive l’allenamento a fondo, conosce tutti i particolari. Il suo impegno non è solo lo studio a tavolino dell’avversario, perché vive la gara in modo intenso, capisce il dettaglio e quello che comunica alla squadra fa presa dal punto di vista psicologico. I calciatori riescono a recepirlo e sul piano morale Nicola si è assunto un impegno che vuole portare fino in fondo. Detto questo, siamo tutti un po’ alla ricerca del continuo miglioramento lungo un percorso fatto di tante tappe. Come ho detto, se partiamo dal test contro la Reggiana, oggi in campo si vede una certa differenza, abbiamo vissuto passaggi a vuoto ma abbiamo anche registrato passi avanti. Stiamo crescendo e ci stiamo conoscendo, poi la Serie A è un campionato micidiale perché basta uno stop sbagliato e prendi gol, un calcio piazzato battuto male diventa un pericolo per la tua difesa. Le insidie si nascondono dietro ogni pallone non giocato bene. Arriviamo da tanti anni di Serie B: qui la palla viaggia più veloce, ci sono piedi più intelligenti e l’azione si capovolge in pochi secondi. Continuiamo a indossare la tuta da operai per mettere mattone dopo mattone».
Visto che si è parlato di giocatori al rientro, Moumbagna attende il suo momento dopo la panchina a Bologna.
«Non so se Moumbagna arriverà alla gara contro il Lecce a pieno ritmo, ma più passa il tempo e più riesce a migliorare la sua condizione. Ha caratteristiche importanti perché è un giocatore fisico e di corsa, per cui la condizione è essenziale. A Cremona è arrivato dopo un lungo infortunio, qua si è fermato ancora: ha tanta voglia di recuperare e farsi vedere e sono certo che se recupera la migliore condizione può essere di grande aiuto. Sino all’anno scorso ha dimostrato di essere un attaccante di livello europeo».
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