Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CALCIO: SERIE B

Cremonese, Braida ai saluti: «Due anni e mezzo intensi»

L’ex direttore generale e consulente strategico grigiorosso è stato a Cremona per il congedo: «Ringrazio il cavaliere per l’opportunità, auguro alla società di risalire presto perché ne ha i mezzi»

Ivan Ghigi

Email:

ighigi@laprovinciacr.it

09 Giugno 2023 - 05:20

Calcio: Ariedo Braida, da mercoledì via a un 'nuovo' campionato

Ariedo Braida

CREMONA - Ariedo Braida ha dato l’addio alla la Cremonese. L’ex direttore generale e poi consulente strategico grigiorosso, a cui va in scadenza il contratto, è stato ieri mattina in città per salutare tutte le persone con cui ha lavorato in questi due anni e mezzo in grigiorosso. «Il mio è un arrivederci — tiene a precisare Braida — perché a Cremona sono stato molto bene e capiterà che ogni tanto farò ancora visita. Probabilmente ci vedremo allo stadio, lascio in buoni rapporti con tutti, perché comunque sono state fatte cose belle».


La notizia era nell’aria da tempo: le strade del dirigente e della Cremonese si separano al termine di un periodo in cui la sua figura è diventata meno preminente rispetto al passato. A parte le presenze allo stadio durante le partite, Braida aveva partecipato durante questa stagione alla presentazione del tecnico Alvini e poi lo scorso novembre con Giacchetta aveva parlato del mercato invernale ribadendo anche la fiducia all’allenatore fucecchiese. Ariedo Braida era giunto all’ombra del Torrazzo, reduce dall’esperienza al Barcellona, a metà di novembre 2020. «A Cremona arrivo con l’entusiasmo di un giovanotto e con umiltà», aveva detto.


Nelle vesti di nuovo direttore generale della società, aveva portato con sé tanta esperienza, ma soprattutto la gentilezza e l’eleganza che lo hanno sempre contraddistinto. Per la Cremonese è stata una delle figure che hanno lavorato allo storico ritorno in serie A dopo essere stato una delle anime del grande Milan di Berlusconi e di Galliani («è come un fratello», ha ribadito anche ieri). Una vita al Milan e poi cinque anni al Barcellona, gomito a gomito con il Pallone d’Oro Leo Messi, poi l’addio burrascoso ai blaugrana risoltosi nelle aule di tribunale a dicembre 2020. Dal numero 10 della Pulce a quello grigiorosso di Buonaiuto, ma Braida si era calato subito nell’ambiente cremonese mettendo a disposizione la sua esperienza nel mondo del calcio, la sua vita.


A qualche giorno di distanza dal suo arrivo, aveva scelto di puntare su Fabio Pecchia come nuovo allenatore della squadra. Scelta azzeccata perché grazie a Pecchia (esordio vincente a Pescara) era arrivata una salvezza tranquilla ma soprattutto erano rifiorite le qualità da bomber di Daniel Ciofani. Sempre con Braida e Pecchia, a cui si era aggiunto il direttore sportivo Simone Giacchetta, l’anno successivo era stata costruita una squadra solida che nella seconda parte del campionato di serie B 2021-2022 ha veleggiato ai primi posti della classifica contendendosi il primo posto con il Lecce. Una scalata lenta ma costante che, nonostante alcuni risultati negativi delle ultime giornate, era culminata con la promozione in serie A la notte del 6 maggio a Como.


«Voglio ringraziare — ha detto Braida — tutti quelli che ho conosciuto e che hanno lavorato con me a Cremona. Non tralascio nessuno perché qua ho vissuto una bella esperienza. Ho trovato un ambiente sano e strutturato, a misura di città ma non per questo meno valido e solido di tante altre realtà più grandi. Per questo auguro alla società grigiorossa una pronta risalita, perché se la merita. In primis la merita il cavaliere Giovanni Arvedi che ringrazio per l’opportunità che mi ha dato e che fa tutto il possibile per il bene della Cremonese. Ringrazio anche i dirigenti, i tecnici, i giocatori e tutte le figure che lavorano al Centro Arvedi o attorno alla squadra. Non dimentico di ringraziare anche i tifosi grigiorossi che ci hanno sempre dato sostegno e forza».


Il futuro porterà Braida lontano da Cremona ma l’ex direttore generale non si sbilancia, anche se lo scorso 28 maggio, mentre la Cremonese giocava all’Olimpico contro la Roma, lui era allo U-Power Stadium per seguire il Monza contro il Lecce. «Ho letto del Monza. È una società che fa parte della mia storia perché là sono stato prima calciatore e poi direttore sportivo. Oggi conosco bene quella dirigenza perché con Galliani ho un rapporto fraterno, ma per adesso certe cose sono state solo scritte da altri e non dette dai diretti interessati. Posso solo dire una cosa: il calcio è la mia vita e io ho ancora tanta passione. La stessa che mi ha portato a Cremona e che ho cercato di restituire alla società: per questo il mio vuol essere un arrivederci. Non posso dimenticare la Cremonese dopo due anni e mezzo che sportivamente parlando per me sono stati molto belli».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400