L'ANALISI
29 Dicembre 2025 - 18:51
Milano, 29.12.2025 - Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale applicata alla scrittura ha accelerato in modo evidente. I contenuti sono aumentati, le piattaforme si sono moltiplicate, ma la sensazione diffusa è che, insieme alle possibilità, sia cresciuta anche la confusione. In questo scenario si inserisce ViviBook , progetto tecnologico ed editoriale che prova a spostare il focus dall’output alla progettazione dell’esperienza di lettura. Tra i co-founder c’è Carlo Carmine , imprenditore con un percorso sviluppato in ambiti ad alta responsabilità, dove metodo, processi e controllo non sono optional.
Il progetto nasce dall’incontro tra competenze editoriali, tecnologiche e strategiche, insieme a Viviana Grunert , Giacomo Bruno e Davide Mitscheunig . Avviato in Silicon Valley , uno dei principali poli globali dell’innovazione tecnologica, ViviBook si sta espandendo nei mercati di lingua inglese e spagnola, con l’obiettivo di rendere l’esperienza narrativa accessibile progressivamente in oltre cento lingue. ViviBook nasce in un momento di forte sovrapproduzione di contenuti. Qual è, secondo lei, il vero problema oggi? Il problema non è la tecnologia, che ormai è accessibile a tutti. Il problema è l’assenza di progetto. L’AI può generare testi all’infinito, ma se non è guidata da un metodo rischia di produrre solo rumore. Oggi vedo molti strumenti che puntano sulla quantità, pochissimi che lavorano sulla qualità dell’esperienza. ViviBook nasce proprio per questo: non per fare “più libri”, ma per creare esperienze narrative che abbiano senso per una persona, in un momento preciso. Lei arriva dal mondo legale, un settore dove l’errore ha conseguenze concrete. Cosa porta questa mentalità dentro un progetto di intrattenimento? Porta una consapevolezza semplice: il valore non sta nello strumento, ma nel processo che lo governa. Nel legale, se non controlli metodo, standard e responsabilità, non sbagli solo un testo, ma una decisione. Trasferire questa logica in un prodotto di intrattenimento significa progettare un sistema che funzioni sempre, non solo quando viene “provato” per curiosità. L’obiettivo non è stupire, ma essere affidabili. In che modo ViviBook si differenzia dai tanti tool di scrittura basati su AI? La differenza è nel punto di partenza. Molti strumenti chiedono all’utente di diventare autore, di guidare il processo, di scegliere tra mille opzioni. ViviBook fa l’opposto: riduce la frizione, limita le scelte inutili e accompagna l’utente verso una storia completa e coerente. Non è un generatore di testi, è un sistema che progetta l’esperienza narrativa dall’inizio alla fine. Si parla spesso di “overproduction” e perdita di attenzione. Come si governa questo rischio? Accettando che la qualità non può essere una rifinitura finale. Deve essere una condizione di base. In ViviBook lavoriamo su strutture narrative controllate, regole di coerenza e filtri pensati per evitare ripetizioni e banalità. L’AI non è lasciata libera di produrre, ma incanalata in un’architettura precisa. Solo così l’esperienza diventa ripetibile e non resta una curiosità tecnologica. Oltre a ViviBook, lei è Chairman di TrustMeUp, piattaforma che lavora su blockchain e AI nel mondo del non profit. C’è un filo comune? Sì, ed è la fiducia. Che si tratti di sostenere una causa o di vivere una storia, l’esperienza funziona solo se è chiara, credibile e sostenibile nel tempo. La tecnologia serve a ridurre attrito, non ad aggiungerne. In TrustMeUp come in ViviBook l’obiettivo è lo stesso: costruire sistemi che le persone possano usare con continuità, senza dover diventare esperte. Guardando al futuro, che ruolo vede per l’AI nell’editoria e nell’intrattenimento? In futuro la sfida non sarà produrre nuovi contenuti, ma aiutare le persone a orientarsi. Vincere non significherà “fare di più”, ma offrire esperienze più semplici, personali e affidabili. L’intelligenza artificiale diventerà davvero utile quando smetterà di farsi notare e inizierà a lavorare in modo silenzioso, al servizio del tempo delle persone. ViviBook nasce esattamente con questa idea.
La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di Bruno Editore
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