Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

Comunicato Stampa: Dentro “L’orizzonte degli eventi”, un viaggio tra memoria e metamorfosi

Agenzia Ansa comunicati

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

27 Novembre 2025 - 10:51

Comunicato Stampa: Dentro “L’orizzonte degli eventi”, un viaggio tra memoria e metamorfosi

“L’orizzonte degli eventi” di Piergiacomo Pagano , pubblicato dal Gruppo Albatros il Filo , costruisce un romanzo che attraversa generi e registri con una naturalezza sorprendente, riuscendo a fondere memoria familiare, suggestione storica, tensione emotiva e riflessione metafisica. L’opera viene introdotta da un episodio realmente accaduto e lo dilata fino a trasformarlo in un’esperienza liminale, in cui il confine tra realtà e simbolo si assottiglia fino a scomparire. La storia del sergente Giacomo Danielli — figura restituita attraverso documenti, testimonianze, fotografie e ricordi ereditati — diventa così molto più di un resoconto bellico: è l’indagine su un’ identità scissa , su ciò che resta dell’uomo quando l’orrore della guerra travolge e talvolta annienta il suo spirito. Pagano sceglie la via della narrazione multipla, alternando la cronaca degli avvenimenti sul fronte russo all’esplorazione del mito privato che aleggia attorno alla figura del nonno. A emergere è una stratificazione di voci , in cui la lucidità del ricercatore convive con la consapevolezza del narratore e la fragilità dell’erede che tenta di comprendere. Questa costruzione conferisce al romanzo una vibrazione costante, perché ogni fatto raccontato porta con sé una doppia ombra: quella della memoria e quella della trasformazione. La guerra resta sempre presente, ma attraverso uno sguardo insolito, capace di restituire tanto la concretezza delle manovre militari quanto la loro insopportabile assurdità . Il cuore della narrazione è il concetto di metamorfosi, intesa non solo come evento sovrannaturale ma come metafora dell’identità traumatizzata. Il legame tra Giacomo e il lupo — sviluppato in maniera progressiva, evocativa, mai gratuita — rappresenta una fusione simbolica di istinto e coscienza , un incontro che trascende le categorie del possibile e diventa allegoria dell’alterità che ciascun individuo porta con sé. Pagano riesce a bilanciare la potenza immaginifica di queste sezioni con un’attenzione quasi documentaristica ai dettagli, producendo un contrasto che aumenta l’intensità dell’insieme: la crudezza delle ferite, le voci in russo, le marce nella neve, convivono con descrizioni che sembrano provenire da una dimensione a tratti tangibile, a tratti eterea. Piergiacomo Pagano dimostra la notevole capacità di rendere credibile ciò che, a prima vista, appartiene al fantastico. L’ibridazione tra l’animo umano e quello animale, la percezione del tempo che si distorce, l’idea che la coscienza possa scivolare oltre un limite invalicabile, sono elementi trattati con tale coerenza interna da diventare naturali all’interno della vicenda . Il lettore viene guidato senza forzature verso una regione narrativa in cui l’eccezionale appare perfettamente integrato nel reale. La nozione stessa di “orizzonte degli eventi”, con il suo significato fisico e metaforico, funge da asse portante: rappresenta il punto in cui la materia si dissolve, ma anche quello in cui la vita di Giacomo cambia per sempre. Pagano ne fa un simbolo potente , suggerendo che ogni esistenza ha un limite oltre il quale nulla può tornare uguale. Altrettanto rilevante è la scelta di non rinunciare mai alla dimensione emotiva. All’interno dell’opera convivono violenza, desiderio, paura, compassione e tenerezza. La giovane Caterina, con il suo ruolo ambiguo e complesso, incarna un’umanità ferita che tenta di tenere insieme cura e sopravvivenza. Dorina, figura apparentemente più semplice, diventa invece un punto di radicamento, il richiamo alla casa, il luogo in cui l’identità potrebbe ricomporsi. Intorno a loro si muovono personaggi segnati dalla guerra, uomini e donne che vivono nella precarietà costante e che Pagano tratteggia con un realismo asciutto, spesso impietoso. Il risultato è un quadro corale che amplifica il dramma individuale, mostrando come anche il più piccolo gesto possa contenere una densità emotiva travolgente . Nella seconda parte del romanzo la narrazione manifesta un’ulteriore e progressiva apertura verso il trascendente. Qui l’autore non si limita a raccontare: elabora una vera e propria cosmologia narrativa , in cui l’energia, la luce e la memoria diventano elementi strutturali del racconto. L’episodio dell’attraversamento dell’orizzonte, reso con immagini visionarie e potenti, non è solo il culmine della metamorfosi, ma anche una riflessione sul rapporto tra bene e male, su ciò che sopravvive alla distruzione, su come l’essere umano possa trasformarsi senza mai smettere di interrogarsi. Le suggestioni scientifiche dei buchi neri e delle deformazioni dello spazio-tempo sono integrate con intelligenza e servono a rafforzare l’idea di una identità sospesa tra due mondi. Interessante anche il modo in cui Pagano inserisce, nel finale, la voce dell’autore-personaggio. Questa scelta conferisce al romanzo un valore ulteriore, perché mostra la volontà di confrontarsi apertamente con il dubbio: cosa è realmente accaduto? Quale parte della storia appartiene alla tradizione familiare, quale alla fantasia e quale a quell’area grigia in cui i ricordi diventano mito? L’autore non pretende di dare risposte — anzi, rivendica il diritto dell’immaginazione di diventare strumento di indagine. Il romanzo si chiude così con una tensione irrisolta , che non svilisce la narrazione ma la arricchisce, suggerendo che ogni verità può essere solo parziale. Nel complesso, «L’orizzonte degli eventi» è un’opera che sorprende per la sua capacità di mantenere una coerenza interna pur muovendosi tra registri molto diversi. La componente storica, pur accurata, non soffoca mai la dimensione metaforica; il soprannaturale non cancella la concretezza delle vicende; il dato documentale non limita la libertà immaginativa. Il romanzo dialoga con generi differenti — il memoir, il racconto di guerra, la fiaba oscura, il fantastico — e dalle loro intersezioni estrae una forma narrativa originale, in cui ogni elemento risulta funzionale a qualcosa di più ampio. Il risultato è una storia che resta impressa per la sua forza evocativa e per la capacità di trattare temi complessi senza mai cedere all’enfasi. Pagano riesce a raccontare la guerra senza esibirne la spettacolarità, a evocare il mistero senza indulgere nell’enigmatico fine a sé stesso, a parlare di trauma senza trasformarlo in retorica. La sua scrittura, limpida e calibrata, sostiene un intreccio che non perde mai tensione, e che trova nei momenti più visionari i suoi passaggi più memorabili. «L’orizzonte degli eventi» diventa così una profonda riflessione su ciò che accade quando la vita si avvicina al suo punto di non ritorno, ma anche su come l’essere umano possa rinascere dalle proprie fratture. È un romanzo che chiede attenzione, perché ogni dettaglio può diventare indizio di qualcosa di più profondo. E, soprattutto, è un’opera che invita a lasciarsi attraversare dall’ambiguità, perché è proprio in quello spazio incerto — tra documento e mito, tra carne e spirito, tra guerra e metamorfosi — che nasce la sua forza più autentica. Pagano ci consegna una storia che, pur attraversando luoghi e tempi diversi, rimane saldamente ancorata a un’idea centrale: la trasformazione è parte costitutiva dell’esistenza , e riconoscerla significa guardare dentro di sé con uno sguardo nuovo. In questo, il romanzo riesce pienamente nel suo intento, offrendo al lettore un’esperienza intensa, inquieta e profondamente umana.  

La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di Conoscere Cultura

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi