L'ANALISI
10 Aprile 2025 - 05:05
CREMONA - «Vettura bianca sospetta si aggira per le strade del quartiere»; «Falsi tecnici della rete idrica hanno appena tentato di entrare nella casa dei miei genitori anziani»; «Avvistato un uomo mentre stava scavalcando una recinzione»: sono solo alcuni esempi dei messaggi inviati all’interno delle cosiddette reti di Controllo del vicinato, chat whatsapp che ormai in ogni paese permettono ai residenti di avvisarsi a vicenda in caso di presenze anomale o episodi di microcriminalità.
In buona parte dei luoghi ‘coperti’ da questo servizio, basato appunto su volontariato e collaborazione della cittadinanza, i Comuni hanno anche provveduto a fare apporre cartelli segnaletici: un monito per i malintenzionati e dunque anche un deterrente. Va detto che a livello nazionale esiste una vera e propria associazione, chiamata appunto Controllo del vicinato (Acdv), che per la provincia cremonese conta 28 gruppi iscritti su sei Comuni: a Cremona, Genivolta, Madignano, Pianengo, Pozzaglio e Stagno Lombardo. In realtà le reti attive sono molte di più rispetto a quelle dichiarate dalla mappa ufficiale, anche perché l’iscrizione al sodalizio non è certo obbligatoria.
Uno dei primi gruppi avviati nel Cremonese, una decina di anni fa, è stato quello di Malagnino: «Ancora prima di diventare sindaco, come cittadino, ho promosso questa iniziativa – spiega l’ex primo cittadino e attuale vice Donato Losito –. Con il tempo sono stati posizionati 8 cartelli e oggi gli iscritti sono quasi 400, suddivisi in due chat che fanno riferimento ad altrettante zone. Rispetto al passato la gestione è più semplice e permette ad esempio di eliminare i messaggi superflui, c’è anche una collaborazione fra gruppi di paesi diversi in modo da scambiarci le informazioni. Noi ad esempio abbiamo un rapporto stretto con Bonemerse». Losito spiega che gli avvisi diramati sono stati e sono ancora oggi di grande aiuto: «Soprattutto quando si tratta di avvisare le persone anziane riguardo a truffe. Mandando vari alert si fa in modo che meno persone abbocchino».
Losito di recente è stato invitato a portare l’esperienza di Malagnino a Piadena, dove la rete whatsapp è stata avviata da qualche mese. Il sindaco caorsano Roberta Battaglia, invece, ha spesso portato l’esperienza del suo paese in territorio cremonese: Caorso, infatti, nel 2014 è stato il primo paese piacentino ad avviare quella che ancora oggi si chiama ‘Rete allerta’, su iniziativa del cittadino Claudio Consolini. Oggi nella Bassa i gruppi sono attivi in tutti i paesi anche se risulta ufficialmente iscritto all’associazione nazionale solo quello di Castelvetro.
A Cremona uno dei controlli di vicinato più attivi è quello del quartiere Sant’Ambrogio, spesso bersagliato dai ladri. «Abbiamo una chat aperta in cui tutti possono contribuire direttamente – spiega la presidente del comitato 1, Lionella Leoni – e ci sono circa 200 iscritti. Le segnalazioni sono molto importanti anche in caso di lampioni spenti o semafori non funzionanti: anche questa è sicurezza». Fondamentale poi il ruolo del cosiddetto ‘vigile di quartiere’, che raccoglie a sua volta l’allarme dei residenti. In vari quartieri, come accaduto di recente al Boschetto, grazie al ‘tam-tam’ spesso i furti o le truffe sono rimasti isolati e dunque non replicati in abitazioni vicine.
C’è però un punto cruciale da non dimenticare: ogni segnalazione (targhe, abbigliamento delle persone sospette, modalità di azione) deve essere fatta anche e soprattutto alle forze dell’ordine. Senza mai superare i limiti di legge: l’intervento dei residenti non deve sfociare in inseguimenti né ronde.
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