Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CASALMAGGIORE. IL CASO

A Casa Giardino la crisi del personale

Suor Maria: «Due infermiere ci lasceranno a inizio aprile e non troviamo sostitute». L’appello: «Fatevi avanti, c’è assoluta urgenza di prendersi cura dei nostri ospiti»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

07 Marzo 2025 - 05:30

A Casa Giardino la crisi del personale

CASALMAGGIORE - La carenza di personale sanitario non è solo un problema di ospedali e cliniche: anche le strutture socio-sanitarie residenziali, che accolgono persone con disabilità o fragilità, vivono una crisi profonda nel reperire infermieri e operatori socio-sanitari.

È in questo contesto che arriva l’appello accorato di Casa Giardino, la comunità socio-sanitaria che fa capo all’Associazione Figli di Gesù Sofferente di Saronno, e in particolare di suor Maria Bongiorno, 89 anni il 20 maggio, ma sempre instancabile nella sua missione, grazie ad una fede incrollabile e a una determinazione difficilmente eguagliabile.

«Abbiamo urgente necessità di assumere un infermiere o un’infermiera professionale e un operatore o un’operatrice socio-sanitaria», spiega suor Maria. «Le due validissime figure attualmente in servizio, a inizio aprile, non saranno più con noi». La ricerca è già iniziata, con suor Maria affiancata da Roberto Madesani, volontario sempre presente nella comunità.

Le difficoltà di Casa Giardino non sono un caso isolato. In tutta Italia, le strutture socio-sanitarie faticano a trovare personale qualificato: la carenza di infermieri è ormai cronica. La pandemia ha aggravato la situazione, mettendo in evidenza le fragilità di un sistema che fatica a valorizzare chi lavora nel settore dell’assistenza residenziale.

Chi deciderà di lavorare a Casa Giardino, sottolinea suor Maria, dovrà comprendere che non si tratta di un ospedale, ma di «un ambiente di famiglia, una soluzione residenziale rivolta a persone che non possono, per diversi motivi, permanere nell’ambiente familiare di origine». Non è solo una struttura sanitaria, dunque, ma un luogo in cui si intrecciano assistenza, educazione e relazioni umane profonde.

«Qui garantiamo interventi socio-assistenziali, sanitari ed educativo-culturali in forma continuativa e personalizzata», prosegue suor Maria. Casa Giardino si distingue per il clima di serena familiarità, un ambiente che favorisce l’autonomia dei residenti e la loro integrazione nel tessuto sociale. L’obiettivo è realizzare progetti che possano migliorare la qualità della vita di ogni ospite, valorizzando il loro benessere individuale e il senso di appartenenza alla comunità.

«Prima della pillola», aggiunge suor Maria con un sorriso colmo di dolcezza, «i nostri figlioli hanno sempre bisogno di una carezza, di una parola. Bisogna entrare nell’ottica di questo contesto per decidere di venire qui a lavorare. Speriamo che venga compreso».

Grazie alle religiose, al personale e ai volontari, i dieci ospiti della comunità si sentono accolti, seguiti e protetti. Ma per continuare a garantire questa realtà, servono nuove persone pronte a raccogliere il testimone di chi ha donato tempo e professionalità. Casa Giardino aspetta chi è disposto a mettersi in gioco non solo con le competenze, ma anche con il cuore.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400