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SANITA' DEL TERRITORIO

Cardiologia, nessun arrivo all'Oglio Po

Concorso finito, ma tutti hanno rifiutato la destinazione dell’ospedale casalasco. Rossi: «Scelte condizionate da altri fattori»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

17 Giugno 2023 - 05:15

Cardiologia, nessun arrivo all'Oglio Po

Il dg Giuseppe Rossi e il reparto di Cardiologia

CASALMAGGIORE - Nessun cardiologo vuol venire a lavorare all’ospedale Oglio Po, nonostante la possibilità di una assunzione a tempo indeterminato, e il motivo, secondo il direttore generale dell’Asst Giuseppe Rossi risiede nel fatto che «spesso i medici privilegiano gli ospedali più grandi, i centri specialistici, gli istituti di ricerca e talvolta la libera professione».

La questione è emersa, in modo molto netto, con l’esito del concorso pubblico indetto dall’Asst per il reclutamento di nuovi cardiologi. Il fabbisogno aziendale di personale medico per questo settore è pari a 4 unità per la struttura complessa di Cardiologia del presidio ospedaliero di Cremona e 5 unità per la struttura complessa di Cardiologia del presidio ospedaliero Oglio Po. Ebbene, 4 cardiologi hanno comunicato l’accettazione dell’assunzione a tempo indeterminato presso il presidio ospedaliero del capoluogo provinciale, mentre «nessuno ha comunicato la propria disponibilità all’assunzione presso la struttura complessa di Cardiologia dell’Ospedale Oglio Po». Nessuno, in particolare, dei candidati «collocati nella graduatoria degli iscritti agli ultimi anni della scuola di specializzazione in Cardiologia o equipollente dalla 14ª posizione all’ultima», ai quali «è stata inviata richiesta di disponibilità all’assunzione a tempo indeterminato».

Lo si legge nella determina firmata dal direttore della struttura complessa gestione e sviluppo delle risorse umane dell’Asst, Maria Teresa Bulgari. L’atto riassume l’esito del concorso, per titoli ed esami, indetto il 19 gennaio scorso, che prevedeva l’assunzione a tempo determinato di cinque dirigenti medici per la Cardiologia.

A interpello effettuato, il 1°, 2° e 3° classificato nella graduatoria dei candidati in possesso di specializzazione in Cardiologia hanno comunicato la rinuncia all’assunzione a tempo indeterminato. Hanno rinunciato anche il 1°, 2°, 3°, 5°, 7°, 8°, 9°, 10°, 11° classificati nella graduatoria dei candidati iscritti agli ultimi anni della scuola di specializzazione in Cardiologia o equipollente. Ad accettare l’assunzione sono stati invece il 4°, 6°, 12° e 13° classificati tra gli specializzandi.

L’assunzione dei quattro nuovi cardiologi decorrerà dal conseguimento del titolo di specializzazione in Cardiologia o disciplina equipollente.

Ma perché si fa così fatica a trovare medici disposti a venire a lavorare all’Oglio Po? «Le possibilità offerte oggi — dice Rossi — dal mercato sono molteplici e diversificate. Questo, senza dubbio condiziona le scelte dei medici. Nel 2023, l’attrattività di un posto di lavoro è determinata da più fattori, come a esempio la conciliazione del tempo di vita, la remunerazione, la distanza dal luogo di residenza, la possibilità di fare carriera.

L’Oglio Po è un ospedale per acuti a tutti gli effetti che offre più di una opportunità: basta pensare all’esperienza dell’ortopedia diretta da Alessio Pedrazzini che, in pochi anni, ha saputo fare la differenza diventando centro di riferimento nazionale per la chirurgia della mano. Il problema della cardiologia è complesso e non riguarda solo Casalmaggiore. Proprio in questi giorni – evidenzia Rossi – l’ospedale di Gallarate ha chiuso l’emodinamica per carenza di medici e trasferito l’attività ambulatoriale a Busto Arsizio. Da parte nostra negli ultimi quattro anni, c’è stato il massimo impegno per preservare questa specialità all’Oglio Po: abbiamo coperto il primariato, indetto diversi concorsi per reclutare personale, alcuni dei quali andati deserti, e continueremo a impegnarci per trovare una soluzione. Per i mesi estivi, ad esempio, abbiamo deciso di mantenere attivi i quattro posti letto cardiologici all’interno della terapia intensiva e garantire così l’assistenza ai pazienti sia in emergenza che in ricovero, nonostante la scarsità di personale e le ferie».

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