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LA FAMIGLIA E I VALORI SMARRITI

Crepet: «Molti adulti più immaturi dei loro figli»

Lo psichiatra: «Non sappiamo più fare i genitori. Abbiamo preso la strada dell’educazione alla nullità»

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

23 Maggio 2023 - 05:25

Crepet: «Molti adulti più immaturi dei loro figli»

Paolo Crepet

PIANENGO - «Siamo meno maturi dei ragazzi che dovremmo guidare ed educare. Mamme e nonne a bordo campo sono peggio dei figli e dei nipoti che vanno a vedere. Non ci sono parole, almeno io non le ho». Non usa mezzi termini lo psichiatra Paolo Crepet, commentando il caso del litigio a bordo campo, durante una partita di calcio, nella categoria Pulcini, tra Soresinese e Pergolettese.

Che spiegazione crede sia possibile dare a quanto accaduto?
«Mi piacerebbe capirlo dalla mamma e dalla nonna che si sono accapigliate. Non riesco darmi alcuna spiegazione, non chiamo in causa neppure il sogno di immaginare il proprio figlio o nipote come un futuro calciatore. Non è neppure questo. È peggio ed è forse per questo che non ho parole per spiegarmelo e capirlo. Non sto scherzando, è proprio così».

Cosa intende dire?
«La realtà dice una cosa inequivocabile: non vogliamo più fare i genitori, o forse non siamo più in grado di farlo. Siamo in balia di una totale idiozia che ci vuole sempre giovani, mai cresciuti e come tali ci rapportiamo con i nostri figli e nipoti, facendo disastri. Abbiamo abdicato al nostro ruolo. Invece di dare il giusto peso che ha un goal subito, un rigore non realizzato devono avere, invece di responsabilizzare i nostri ragazzi su successi e insuccessi, facciamo peggio di quanto fanno i nostri figli, fino al caso della mamma e nonna che hanno litigato a bordo campo».

A tutto questo non c’è soluzione?
«Io almeno non la vedo, abbiamo abdicato al buon senso. Abbiamo preso la strada dell’educazione alla nullità e al niente, facciamo questo, sentendoci coetanei dei nostri figli, adottando i loro stessi stili e comportamenti, non marcando più la distanza. Il nostro compito sarebbe quello di lasciare un’eredità esistenziale che li aiuti a dare un senso, a leggere e abitare il mondo».

E invece?
«Invece l’eredità che diamo loro è pari ai metri quadrati di un campetto di calcio nel Cremasco. Pazzesco. Il dramma è il futuro che attende tutti noi. Dall’educazione alla nullità non possono che fuoriuscire trentenni ebeti e infantiloidi. È questo che ci attende nel prossimo futuro. Con un modello educativo che non trova la giusta distanza fra adulti e adolescenti, con un modello di comportamento che frequenta la deresponsabilizzazione che futuro vuole che ci si prospetti davanti, quali grandi manager o dottori possiamo immaginare un domani? Abbiamo deciso di realizzare l’educazione dei nostri figli col Napalm?

Educazione col Napalm? Cosa intende dire?
«Credo che in una realtà agricola come Crema e il suo territorio educare col Napalm può essere la metafora giusta. Cosa succede se tratto un campo con un diserbante?»

Ovviamente non cresce più nulla...
«Ecco, esatto. Ed è quello che stiamo facendo con le nostre strategie educative: annullare ogni possibile personalità stabile, solida di quelli che saranno i cittadini, gli adulti di domani. Con i non-modelli che stiamo offrendo il destino è quello di un campo trattato con diserbante: non ci cresce più nulla. Questo azzeramento si nutre anche di quanto accaduto a bordo campo fra mamma e nonna in lite».

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