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SANITA' DEL TERRITORIO

Cardiologia, sul reparto dell'Oglio Po «si muovano i cittadini»

L’appello del segretario del Pd di Casalmaggiore, Mario Daina: «Alimenteremo il confronto»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

25 Marzo 2023 - 05:25

Cardiologia, sul reparto dell'Oglio Po si muovono i cittadini

Mario Daina e l'Oglio Po

CASALMAGGIORE - «La notizia del ridimensionamento della Cardiologia sta preoccupando molti e credo sia giunto il momento di farsi sentire da parte della cittadinanza», dice il segretario del Pd Mario Daina. «Quanto si legge spaventa, perché si tratta di una situazione che può portare l’Oglio Po alla perdita dello status di ospedale per acuti. Con una Cardiologia ridotta a due medici più il primario, il servizio va in discussione e con esso ci vanno lo stesso pronto soccorso e la terapia intensiva».

Tre reparti che «fanno sistema» e che «devono essere tutti funzionali al massimo». Daina ricorda che «in una condizione di gravissima difficoltà come quella attuale, allora, è necessario che intervengano entrambe le Asst, di Cremona e di Mantova. Penso che anche Mara Azzi, direttrice generale dell’Asst di Mantova, deve fare la sua parte, considerato che il direttore del Distretto Oglio Po è di nomina mantovana. Qualche servizio, anche da Mantova, deve venire in aiuto all’Oglio Po. Quanto a Cremona, vivono con il grande obbiettivo dell’ospedale nuovo cittadino e, mi sembra, che quando invece parliamo dell’Oglio Po i ‘se’ e i ‘ma’ si sprecano. Ed è chiaro che qui c'è anche la responsabilità evidente della Regione, perché è la Regione che disegna le strutture e queste strutture deve riempirle con contenuti che si chiamano servizi».

Una Regione «che ha fatto promesse in campagna elettorale, che ha tagliato nastri di realtà e di entità vuote, come la nostra Casa di Comunità».

Un’altra questione «riguarda anche la Radiologia, per cui gli Amici dell’Oglio Po si sono profusi nell’acquisto di macchinari, ma che vede liste di attesa senza senso».

Ed è così che «in una condizione nella quale non c'è nessuna certezza e nessuna sicurezza e dove quasi sempre si è rimandati alle calende greche, parecchie persone, se ce la fanno, vanno a pagamento o molti addirittura non si stanno curando».

Per Daina però «non possiamo nemmeno, comunque, lasciarci andare alla rassegnazione, perché non possiamo vanificare tutti gli sforzi fatti dal personale dell’Oglio Po. Io non ce l'ho con nessuno, ma sono sempre sollecitato dai cittadini che mi chiedono ‘ma voi cosa state facendo?’ Non voglio scansarmi dalle mie responsabilità, perché l’Oglio Po è per tutti e di tutti ed è chiaro che la responsabilità di un partito come il mio è importante. Noi abbiamo tentato di fare il possibile e sappiamo bene quanto conti l’Oglio Po per l’attrattività del territorio. Io non voglio nemmeno immaginare un passaggio per cui l’Oglio Po non sia più ospedale per acuti. Vorrebbe dire tornate agli anni ‘70, a una condizione che vedeva questa come zona depressa. Per questo credo non bastino più le chiacchiere da bar. Bisogna che la gente si faccia sentire e noi cercheremo di alimentare un confronto con la popolazione perché domani nessuno possa dire ‘non ce ne siamo accorti’ e non abbiamo fatto nulla per evitare eventuali disastri».

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