L'ANALISI
04 Febbraio 2023 - 05:25
CASALMAGGIORE - «Il velo ha un valore solo se viene usato sulla base di una libera scelta. La donna non deve essere costretta a indossarlo, perché indossarlo è una scelta davanti a Dio. Se viene fatta per compiacere papà, mamma o il proprio contesto culturale, non ha alcun valore». Parole di Agostino Gentile Yassin, ex Imam della Moschea di Piazza Mercato a Napoli e ora a Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia), nativo di Boscoreale-Napoli.
L’occasione è stata data dall’evento pubblico «Ti racconto il Velo», organizzato in occasione della «Giornata internazionale del velo» dalla neonata Associazione «La Luce Al Nour» di Casalmaggiore nell’Auditorium San Giovanni Paolo II, all’oratorio Maffei. Con la partecipazione di don Paolo Tonghini, parroco a Scandolara Ravara, e dell’Imam Gentile, si è parlato del velo nella visione cristiana e musulmana.
All’inizio della serata il parroco don Claudio Rubagotti si è detto «contento che delle ragazze giovani prendano a cuore un modo diverso di rapportarsi tra cristiani e musulmani, cioè quello di non ignorarsi. Mi piace idea di trovarsi per confrontarsi e creare conoscenza».
La presidente di “La Luce Al Nour” Ait Chaguer Khadija ha spiegato che il suo gruppo è nato «per abbattere i pregiudizi e i muri esistenti tra le culture ed è formato da cinque ragazze che condividono la volontà di essere di aiuto verso il prossimo».
Il World Hijab Day «venne lanciato nel 2013 dall’immigrata del Bangladesh Nazma Khan per invitare le donne, musulmane e non, a indossare per un giorno il velo islamico più diffuso e combattere ogni forma di discriminazione».
«La Luce al Nour» ha fatto dono alle donne presenti di un velo, «una offerta ricordo per questa giornata», ha spiegato la presidente Ait Chaguer Khadija. Sul tema oggetto della serata don Paolo Tonghini ha svolto una relazione approfondita, con un excursus che ha attinto da fonti bibliche e storiche.
«Grazie di questo momento di fraternità tra due spiritualità e due fedi», ha esordito il presidente dell’associazione internazionale New Tabor, presentando poi il velo nel Cristianesimo. Don Paolo ha spiegato che nel corso dei secoli l’atto di indossare il velo è sempre stato visto come atto di sottomissione a Dio. «Ora la pratica di coprire il capo in Occidente è diminuita tantissimo, anche se alcune confessioni mantengono ancora questo senso dell’obbedienza, come le chiese battiste, anabattiste, le chiese riformate, cinesi, africane, ortodosse. Nel codice di diritto canonico del 1917 era prescritto alle donne di tenerlo, soprattutto durante la comunione. Nel codice del 1983 questa cosa è stata tolta. Il velo rimane per le donne consacrate totalmente a Dio».
L’Imam Gentile si è detto lieto dell’occasione offerta dalla serata: «È importante dialogare». Ait Chaguer Khadija ha raccontato di come lei ha iniziato a portare il velo: «Mi ero allontanata dalla fede e sei, sette anni fa ho ricominciato a pregare. Vivevo in un vortice. Non sapevo più chi ero, ero insicura, insoddisfatta, non avevo obbiettivi nella vita. Avevo però il forte desiderio di conoscere Dio. Ho iniziato il mio cammino verso la fede e una luce si è accesa dentro di me. L’Islam non costringe nessuno, Dio non ci vuole infelici. Ci sono però Paesi che vietano il velo in pubblico, con una repressione al contrario. Questo non dovrebbe poter capitare».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris