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SORESINA: LA FESTA DI SAN SIRO

Due imam nella parrocchiale: «Un gesto di vera amicizia»

La comunità islamica accoglie l’invito alla messa del patrono. Sull’altare il vescovo ausiliare di Milano

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

10 Dicembre 2022 - 09:05

Due imam nella parrocchiale: «Un gesto di vera amicizia»

SORESINA - Folla in parrocchiale per onorare San Siro, il patrono di tutti i soresinesi. E alla messa di ieri sera, quel «tutti» ha assunto un significato diverso, più letterale. Per la prima volta, infatti, alla celebrazione ha partecipato anche una delegazione musulmana del centro culturale Al Manar, invitata dall’arciprete don Angelo Piccinelli. E tra loro, anche due imam della comunità cremonese, Ashraf Abdelghafar e Mohamed Sedky. «Una bellissima esperienza, che per noi ha un grande significato», il commento di Mohamed Elnadi, portavoce della delegazione islamica.

I rappresentanti della comunità islamica Sedky, Elnadi, Abdelghafar, Elkhal e Gewili

Per i fedeli di Soresina non c’è ricorrenza più importante e sentita di San Siro. E anche per questo, l’appuntamento di ieri è stato di quelli speciali. A cominciare dalle presenze sull’altare: monsignor Giovanni Luca Raimondi, il vescovo ausiliare di Milano, ha celebrato la funzione insieme a tutti i sacerdoti soresinesi. «Dobbiamo tornare orgogliosi di essere cristiani. Si dice, a volte, che è colpa di altri fedi se meno persone si avvicinano al nostro messaggio, ma non è così. Dobbiamo lavorare insieme per portare il vero messaggio di Cristo, la vicinanza, la solidarietà, l’attenzione agli ultimi e a chi ha bisogno», il messaggio del presule milanese.

Il sindaco Diego Vairani e l’ingresso di monsignor Giovanni Luca Raimondi, il vescovo ausiliare di Milano

Dal pulpito don Piccinelli ha ribadito l’importanza di una comunità che sappia andare oltre le differenze. Questa volta, però, lo ha fatto rivolgendosi direttamente ai musulmani: «Vi ringrazio per questo segno di amicizia e fraternità. Le differenze di fede e di cultura, per quanto irriducibili, non ci devono impedire di dialogare, di rispettarci e perfino di volerci bene». Non ospiti, ma alleati: «Abbiamo infatti in comune — ha precisato don Piccinelli — non solo la presenza sul territorio, ma anche la gioia e la fatica di vivere in una città in rapida e inarrestabile trasformazione. Possiamo e dobbiamo sognare insieme una Soresina migliore, scegliendo sempre il bene e la legalità».

Don Angelo Piccinelli

«Dobbiamo prendercene cura, promuovendone ordine, decoro bellezza. Urge tra di noi — l’invito di don Piccinelli rivolto ai leader della comunità — una vera alleanza educativa per la crescita umana e morale delle nuove generazioni, esposte oggi più che mai alla tentazione di drammatiche derive. È tempo di passare dal sospetto alla fiducia, dal pregiudizio alla collaborazione. La vostra presenza è un piccolo segno, un seme gravido di speranza». A suggellare il patto non solo fra le due confessioni, ma anche fra la città e le sue associazioni, la consegna del cero votivo donato dalla Pro loco.

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