L'ANALISI
12 Febbraio 2025 - 05:10
CASALMAGGIORE - «Tutto è nato da una domanda: è mai possibile che a Casalmaggiore non si sia sviluppata una tradizione liutaria? Eppure fra ’600 e ’800 furono molti i musicisti legati al territorio. Sono partito da questa considerazione, ma per quanto determinato non ho trovato risposta, fino a che…», così racconta Matteo Marsili, giovane liutaio, poco più che trentenne, formatosi alla scuola di liuteria Stradivari, che da qualche anno ha una sua bottega a Casalmaggiore.
«In una visita al cimitero mi imbatto in una lapide su cui leggo Gabriele Pareschi (1924 - 1996), liutaio — prosegue —. Avevo accantonato l’idea di cercare maestri liutai di Casalmaggiore. Quella lapide era un segno che anche io, fresco fresco di diploma, potevo trovare nella mia terra». In realtà non ci vuole molto per scoprire che Gabriele Pareschi era di Ferrara, figlio del più noto Gaetano Pareschi (1900 - 1987) : «Pian piano la ricerca mi ha appassionato e così pian piano il libro ha preso corpo — spiega —. La parte più propriamente storica comprende le biografie dei personaggi, basate su materiale inedito e su ricordi relativi ai due liutai, e ripercorre la vita e la produzione liutaria, e l’attività musicale, di Gaetano e Gabriele Pareschi, oggi sepolti a Casalmaggiore. Ho svolto, dal 2016, lunghe ricerche che mi hanno portato a recuperare materiale liutario, attrezzature, modelli, quaderni personali e a esaminare molti strumenti confrontandomi costantemente con diversi musicisti e liutai. Non ho voluto trascurare gli aspetti della personalità e della vita famigliare dei due maestri, avvalendomi per questo di varie testimonianze e della collaborazione di Antonella Pareschi, nipote di Gabriele e pronipote di Gaetano».
Nel volume intitolato, ‘Pareschi. Una famiglia di liutai ferraresi nella liuteria del ‘900’ che sarà presentato il prossimo 1° marzo alle 11 presso CremonaBooks, Marsili mette in evidenza le personalità eccentriche ed eclettiche di Gaetano e Gabriele Pareschi: «Gaetano fu un ricercatore nella sua arte. Nel libro sono pubblicate alcune sue ricette di vernici, da lui stesso formulate. Sono arrivate a noi tramite gli eredi di Gabriele — spiega —. Il libro documenta, anche con foto, 23 strumenti di Gaetano: violini, viole, violoncelli, chitarre, contrabbassi. Ebbe un solo allievo riconosciuto, Edmo Finotti, ma furono in molti a frequentare la sua casa-laboratorio, per osservare il suo lavoro e discutere di liuteria. Visse a Ferrara fino al 1974, per poi trasferirsi a Piacenza con il figlio Gabriele».
«Gabriele, invece, era una personalità molto diversa dal padre — spiega —. Mente irrequieta, inventiva, mal tollerante della liuteria tradizionale e paterna, e soprattutto intollerante dei tempi di produzione della liuteria classica e artigianale. Spesso si trovò infatti in contrasto con il padre Gaetano: ad esempio riteneva importante, soprattutto, che uno strumento suonasse bene, non che fosse esteticamente bello». Ricerche d’archivio, ma anche mestiere di liutaio caratterizzano la monografia di Villani che non manca di osservare: «Il libro documenta 15 strumenti di Gabriele: violini, viole, un solo violoncello e soprattutto contrabbassi. Ho esaminato personalmente circa la metà degli strumenti presenti nel libro. In alcuni casi in luce di Wood è stata esaminata la vernice, mentre tramite raggi X è stato possibile constatare lo stato di conservazione dello strumento e di conseguenza è stata scritta una relazione tecnica. Gli strumenti pubblicati nel libro sono accompagnati dalle loro misure in tutti i casi in cui è stato possibile prenderle personalmente o averle dai rispettivi proprietari».
Ma la pubblicazione del ponderoso saggio si completa con contributi del maestro Claudio Amighetti, che ha tracciato un panorama della liuteria italiana nel Novecento, con il maestro Massimo Negroni sono state trascritte ed esaminate le vernici di Gaetano e scritte analisi tecniche, Paolo Maietti, ha descritto Ferrara negli anni in cui nacquero e vissero i Pareschi e Fabio Perrone, che ha scritto un contributo sul violino Modello Candi di Gaetano del 1950».
La passione per la liuteria si nutre anche di storia: «Ma ora la grande scommessa è legata al lavoro in bottega. Sono stato a Mondomusica, mi sono iscritto al Consorzio. I primi risultati ci sono, poi il festival musicale di luglio e la vicinanza di Parma mi permettono di avere rapporti con studenti e musicisti. I Pareschi spero mi portino fortuna».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris