L'ANALISI
POLITICHE 2022: IL VOTO IN LOMBARDIA
27 Settembre 2022 - 08:47
Il governatore Attilio Fontana
CREMONA - Il crollo della Lega, ampiamente al di sotto del 10% a livello nazionale, ridisegna i rapporti di forza in seno alla coalizione di centrodestra. Prima di tutto in Lombardia, dove l’egemonia leghista è andata in frantumi a tutto vantaggio di Fratelli d’Italia che, nella patria del Carroccio, ha incassato il 27,75% dei consensi al Senato, praticamente il doppio rispetto al partito guidato da Matteo Salvini, che si è fermato al 13,95%. Un risultato che spariglia le carte in vista delle Regionali e che rischia di mettere in discussione la candidatura del presidente uscente, Attilio Fontana, già «minacciata» dalla disponibilità manifestata al centrodestra dalla sua vice Letizia Moratti.
Salvini — mera strategia? — prova a minimizzare: «Sulla Lombardia ho letto analisi simpatiche. Ma il centrodestra è sopra il 50% nella regione», quindi, anche «in ottica Regionali, la squadra che vince non si cambia». Il leader della Lega, quindi, lancia un messaggio a Moratti: «È la vice di Fontana; ascolterò e condividerò ogni mio passo con FdI, FI e i centristi ma do per scontato che la vicegovernatrice di centrodestra sia a disposizione del centrodestra».
Fontana, che nel pomeriggio si è intrattenuto due ore con Salvini e gli altri governatori della Lega, incassa i risultati del centrodestra in Regione e, sostiene, la conferma «che il modello lombardo, con la coalizione unita, è vincente e garanzia di sviluppo e equilibrio». E rilancia deciso verso il bis: «La prospettiva è chiara — commenta —. Avremo un governo in carica per i prossimi anni e così sarà per la Lombardia, con me, nel prossimo futuro». E sull’esito delle Politiche dice: «Non nascondo che il risultato del mio Partito necessiti di una seria riflessione. Sono certo che, a partire dall’impegno dei propri militanti e dei tanti amministratori, la Lega saprà immediatamente riannodare il dialogo con le proprie comunità, forte del grande lavoro svolto con i territori e forte della prospettiva della maggiore Autonomia, non più rinviabile».
Non è un mistero che per Moratti l’obiettivo resti il Pirellone, anche se chi ha avuto modo di parlarle assicura che la sua disponibilità non vuole essere una imposizione alla coalizione. In attesa di una risposta del centrodestra, nella speranza che arrivi subito dopo la formazione del governo, l’ex presidente della Rai porta avanti il suo lavoro in giunta, confermando il «no», espresso anche pubblicamente, a un suo ruolo nell’esecutivo. Sullo sfondo rimane però la possibilità di correre col Terzo polo già immaginata da Carlo Calenda, nonostante i risultati elettorali, buoni ma non straordinari, raccolti in Regione da Azione e Italia Viva.
In uno scenario liquido, qualcuno suggerisce anche una terza via che potrebbe veder coinvolto il ministro leghista Giancarlo Giorgetti qualora non trovasse spazio nel nuovo governo. E mentre Paola Frassinetti, deputata di Fdi rieletta in Parlamento, afferma che sulla scelta finale «la nostra posizione inciderà sicuramente», La Russa smorza i toni e tende la mano al governatore: «Ci siederemo e discuteremo di tutte le Regioni partendo da coloro che sono già presidenti, come Fontana in Lombardia».
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